Le invisibili missioni militari all'estero dell'Italia

 Il Fatto Quotidiano di oggi, lunedi' 5 Giugno, parla di una fitta rete di lobby che si muove attorno alla Ue e alle commissioni parlamentari.



Imprese di armi e multinazionali spendono consistenti cifre per salvaguardare la loro immagine e promuovere attività di vario genere non direttamente collegabili alle loro attività,  nel vecchio continente e negli Usa il ruolo dei lobbisti è ormai dirimente, lobby che pressano commissioni nazionali e comunitarie, uomini politici che transitano dal Parlamento a ruoli dirigenziali in industrie di armi (negli Usa avviene anche l'opposto)

Sono 37 le missioni militari italiane all'estero in ben 25 paesi dislocati in vari continenti,  di queste missioni (sono oltre i 10 mila militari impegnati stando ai dati forniti dal Ministero della Difesa) sappiamo poco o nulla, ancor meno conosciamo la natura dell'aiuto fornito dall'esercito italiano a vari paesi con l'invio di tecnici e ufficiali nel ruolo addestratori degli eserciti locali al quale vengono vendute partite di armi made in Italy.

Un mondo assai complesso con una fitta rete di affari e di interessi economici che si muove attorno al settore militare con sostenitori in ambito politico e mass mediatico pronti a caldeggiare l'invio di rifornimenti militari o missioni pseudo umanitarie.

Negli Usa le lobby militari hanno un ruolo nevralgico e condizionano da tempo le scelte politiche estere e quelle economiche, la Ue sta ormai percorrendo la stessa strada e l'Italia ancora una volta si dimostra la serva sciocca dell'alleato Usa emulandone pratiche e comportamenti

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