Contributo di solidarietà per i dipendenti pubblici? No grazie

Contributo di solidarietà? No grazie

 

Un contributo di solidarietà a carico dei dipendenti del pubblico impiego è la proposta della Confommercio di Pisa accompagnata dalla ennesima riduzione delle tasse alle imprese. 

La solita ricetta riproposta pensando che i lavoratori pubblici debbano privarsi di una parte del loro salario (per quasi dieci anni bloccato senza rinnovi contrattuali) mentre non una parola viene spesa per la tassazione dei grandi capitali attraverso una Legge Patrimoniale da cui potremmo ricavare i fondi destinati alla sanità, alla istruzione e agli ammortizzatori sociali oggi carenti e insufficienti.

"Se la Politica è esclusivamente interessata ai propri giochi di potere" come scrive Confcommercio, sarebbe il caso di ricordare che le associazioni dei commercianti mirano  sempre e comunque a fare cassa  Possiamo concordare che gli stanziamenti del Governo al lavoro siano del tutto inadeguati ma nel paese esistono imprenditori che rivendicano i soldi degli ammortizzatori sociali promettendo di erogarne una piccola parte  ai loro dipendenti sotto forma di elemosina. Gli stessi imprenditori  poi che hanno accumulato capitali con le transazioni in borsa nei mesi della pandemia.

E' inaudito che si dimentichi come tra i dipendenti pubblici si trovi il personale sanitario, i vigili urbani o del fuoco, figure indispensabili soprattutto in epoca pandemica. Per troppi anni le associazioni dei commercianti hanno taciuto davanti al lavoro nero che nella nostra città riguarda centinaia di lavoratori e lavoratrici come oggi sono silenti davanti alla proposta di una Patrimoniale avversata da destra e da sinistra.

La ricetta di contrapporre chi oggi lavora e quanti stanno in cassa integrazione, chi non puo' lavorare per il covid a quanti invece ogni giorno rischiano salute e sicurezza in luoghi di lavoro insicuri va respinta al mittente. I lavoratori e le lavoratrici vanno tutelati\e sempre e comunque, hanno già pagaton con perdite salariali, incrementi dei ritmi e aumento dell'età pensionabile. E chi oggi sta in smart working subisce decurtazioni salariali, una realtà taciuta dalle associazioni dei commercianti

Sindacato di base cub Pisa

 

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