Licenziato ingiustamente perchè si è rifiutato di servire un cliente senza mascherina. Il tribunale annulla il licenziamento

 Una recente sentenza merita di essere commentata, parliamo di un lavoratore che si era rifiutato di servire un cliente senza mascherina provocando le ire di quest'ultimo che poi ha scatenato una bagarre sui social contro l'esercizio commerciale.

A seguito della campagna sui social l'azienda ha deciso di licenziare il lavoratore reo solo di avere preteso il rispetto delle normative di sicurezza.

Dopo mesi è arrivata la sentenza che restituisce dignità e lavoro a chi aveva compiuto un gesto civile e di grande responsabilità non solo verso sè stesso ma verso utenti e colleghi. Per altro il testo unico sulla sicuretorezza del 2008, all'art 20 prevede espressamente che le omissioni e i comportamenti di un lavoratore ricadono su quanti si trovano in sua compagnia, ergo il lavoratore si è adoperato per garantire la sicurezza sua e dei colleghi e per questo semplice fatto non doveva essere licenziato.

Se il comportamento del lavoratore è stato irreprensibile e corretto, non altrettanto possiamo dire del datore di lavoro che ha preferito licenziarlo dopo la "cattiva pubblicità" sui social, esempio di come i media possono essere manipolati e manipolabili contro gli interessi dei lavoratori e contro la stessa sicurezza.

Quante volte abbiamo assistito a licenziamenti arbitrari di datori che hanno preferito salvaguardare il buon nome dell'azienda davanti a violazioni palesi delle normative di sicurezza, quello che conta per i padroni è il profitto, nel nome del quale per altro sono stati tenuti aperti posti di lavoro nei quali poi si sono regitrati contagi.

Una sentenza che farà discutere e dimostra che prima della salute e sicurezza dei lavoratori per i padroni cè sempre altro :il profitto

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