Sulla pubblica amministrazione

 

Sulla pubblica amministrazione

febbraio 22, 2021

Il governo Draghi  individua nella riforma della Pa uno dei nodi cruciali per le prossime scelte del Governo.

Abbiamo già scritto di come la riforma della Pa potrebbe tramutarsi in una sorta di contro riforma per piegare il pubblico ai dettami delle imprese, i contratti nazionali, scaduti da 3 anni, potrebbero essere rinnovati in Primavera rafforzando la contrattazione di secondo livello e collegando il salario alla produttività\performance. E gli stessi contratti potrebbero rivedere la parte normativa quanto a profili professionali, progressioni di carriera, composizione del salario accessorio

Possiamo anche concordare che la Pubblica amministrazione italiana abbia urgente bisogno di investimenti, di ricambio generazionale, di essere potenziata ed ammodernata, tuttavia la modernità potrebbe tramutarsi in un sistema organizzativo e gestionale mutuato dai settori privati o  anche nella revisione del modello contrattuale  che ha già alimentato crescenti disuguaglianze . In cosa si concretizzeranno allora digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pa invocate dal Governo Draghi?

Partiremo dalla  vecchia Riforma Brunetta del 2009, quella che stabiliva la distribuzione diseguale e per fasce del salario accessorio senza ricavarne alcun vantaggio per la Pa? Le faccine con le quali premiare o punire i servizi e i dipendenti pubblici rappresenteranno un esempio da seguire? E quel sistema Brunettiano è tutt'altro che superato visto che il contratto vigente, siglato da Cgil Cisl Uil tre anni fa, ne riprende alcune parti significative.

Per queste ragioni allora si parla sempre piu' di premialità alla “citizen satisfaction”, con nuove assunzioni che non terranno conto delle reali necessità dei servizi avendo nel frattempo superato il turn over delle dotazioni organiche. 

 Ci chiediamo come sia possibile oggi attuare un «piano di smaltimento dell’arretrato» prodotto dalla pandemia, visto che le assunzioni stanno arrivando in misura inferiore alle uscite per pensionamento, assunzioni soggette al rispetto dei criteri di sostenibilità finanziaria prodotti dalla austerità..

Siamo certi che la ripresa della economia dipenda da una Pubblica amministrazione digitalizzata che sappia attuare procedure semplificate per erogare permessi, concessioni e documenti di varia natura?

Possibile che nessuno voglia mandare in soffitta la performance visti i pessimi risultati prodotti ?

E nei processi futuri conterà di piu' la Funzione pubblica con il ministro Renato Brunetta o la parte del leone la farà il nuovo ministero della Transizione digitale guidato da Vittorio Colao?

Il Recovery sarà dunque utile a un cambiamento effettivo della Pa ?

O il Recovery  sarà invece lo schermo dietro a cui celare nuove procedure assunzionali e di selezione nella Pa affermando un modello contrattuale destinato a rafforzare la performance e la contrattazione di secondo livello con salari sempre piu' diseguali e decisamente al di sotto della media europea?

Se qualcuno pensa che il futuro della Pa dipenda per lo piu' dalla realizzazione di piattaforme efficienti e di facile utilizzo da parte dei cittadini, dovrebbe prima chiedersi la ragione per la quale in gran parte degli uffici oggi non ci sia software libero e gratuito, perchè sono assenti collegamenti a banche dati e reti o accessibili solo a una minoranza di dipendenti. Sarà il caso di rimettere in discussione la sostenibilità finanziaria e le politiche di austerità che in pochi anni hanno cancellato oltre 500 mila posti di lavoro, assunzioni, investimenti e salari europei sono le prime scelte da fare.

E  l'uso intelligente delle tecnologie  tanto auspicato potrebbe tramutarsi in decurtazioni economiche per chi opera da remoto come accaduto nell'ultimo anno.

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