Riforma del Fisco: si muovono i primi passi

 Al di là dei sondaggi, il Governo Draghi vuole rimettere mano, fin dalle prossime settimane, al fisco e alla tassazione sul lavoro.

Stando a Il Sole 24 Ore l'Italia "tra  i 30 Paesi europei,  è terza per tassazione sul lavoro, preceduta solo da Slovacchia e Grecia, mentre è 25esima per le imposte sui consumi. Sul capitale, invece, è settima."

Prendendo per buona questa fotografia il nostro paese sarebbe troppo impegnato a tassare il lavoro ma ben poco i consumi e il capitale. E qui si gioca un grande equivoco, quello per il quale il lavoro non crescerebbe proprio a causa delle troppe tasse imposte ai datori. In realtà la causa dei pochi posti di lavoro prodotti va cercata altrove, nella assenza di formazione da parte pubblica e privata, nella delocalizzazione di tante produzioni avvenute nell'arco di un trentennio  nella presenza di innumerevoli forme precarie che alla fine non hanno avuto effetti benefici sui numeri degli occupati.

Sono poi i redditi inclusi tra 25 e 40 mila euro quelli sottoposti a maggiore tassazione, è la fascia dove maggiori sono i contratti stabili e dipendenti. E stabilire  piu' numerose aliquote progressive sarebbe la soluzione migliore perchè tra un reddito di 26\30 mila euro e uno di 40 mila ci sono differenze sostanziali di potere di acquisto.

Il sistema duale, che separa redditi da capitale e da lavoro, non è certo di aiuto per ripristinare un sistema di tassazione piu' equo rispetto a quello attuale che grava  sui redditi medio bassi.

Ancora una volta invece potremmo indirizzarci verso la riduzione delle aliquote fiscali e degli scaglioni mettendo insieme fasce di reddito che in realtà presentano differenze sostanziali di classe e di potere di acquisto, ergo di condizioni di vita.

In Italia gli autonomi beneficiano  di un regime forfetario alimentanto dalla «Flat Tax» fino a 65mila euro di ricavi o compensi- I titolari di partita Iva vedono determinato il loro  reddito secondo il principio di cassa: un reddito che non è risultato dalla pura differenza tra incassi e spese come dovrebbe invece essere. E sulle partite iva i due Governi Conte si sono arenati per le continue spinte di partiti delle due maggioranze.

Gli estimi catastali potrebbero essere a loro volta revisionati, qui si consuma una contraddizione non da poco perchè l'attuale sistema penalizza i proprietari delle case di recente costruzione mentre sovente sono proprio le vecchie case quelle ad avere un valore maggiore specie se ubicate nei centri storici.

Serve chiarezza allora sulle finalità dell'intervento Governativo in materia di fisco, a seconda di quali saranno gli atti di indirizzo potremmo trovarci capitali ben poco tassati e i redditi medio bassi a sostenere i costi maggiori.

Quanto poi al lavoro , la mancata crescita occupazionale non è attribuibile alla riduzione del cuneo fiscale che potrebbe agevolare non tanto i lavoratori quanto invece le imprese.

Altra domanda dirimente è se il Governo ha intenzione di abbattere le numerose agevolazioni fiscali oggi esistenti, prima di ogni intervento dovremmo capire chi sono i beneficiari delle agevolazioni e con quale vantaggi. Detrazioni, deduzioni ed esenzioni sono argomenti prioritari per capire gli indirizzi della riforma fiscale

 

Commenti