Torna l'austerità espansiva

Giavazzi, torna l'austerità espansiva

Marco Bersani

Dopo aver passato l'adolescenza dai Gesuiti a passare i compiti ai compagni, il neo Presidente del Consiglio Draghi è stato colto in fallo sul tema del fisco, avendo fotocopiato questa parte del discorso inaugurale direttamente da un editoriale dell'economista Francesco Giavazzi.

Ma, poiché la divinità non ha difetti, non di caduta di stile si è trattata, bensì di sapiente promozione del suddetto professore, da due giorni divenuto consigliere economico del governo.

Che questo non fosse il governo dei migliori -ammesso tale governo sia mai auspicabile- lo si poteva già intuire dalla task force di “tecnici” messa in campo da Draghi; basti pensare al Cingolani-pensiero, che ha voluto chiamare Mite il proprio ministero “per affrontare la crisi climatica e ambientale con mitezza e senza posizioni ideologiche dannose per i nostri figli e nipoti”; è divenuto evidente con l'infornata di viceministri e sottosegretari, che suggella unacompagine dove la finanza asfalta la politica, il nord annichilisce il mezzogiorno, gli uomini continuano a prevaricare le donne e l'indecenza salviniana fa man bassa.

La nomina a consigliere economico di Francesco Giavazzi è il definitivo suggello della direzione che si intende intraprendere: stabilizzare oggi il capitalismo con una stagione di spesa -digital e green- per ripristinare domani la gabbia del debito e le politiche di austerità.

Con buona pace dei giovanili studi di Draghi (“ah, che bellu Caffè”), Francesco Giavazzi è da sempre punta di diamante dei “Bocconi Boys”, la generazione di economisti che ha direttamente ispirato le politiche monetariste dell'Unione Europea, e che ha sempre orgogliosamente rivendicato le proprie teorie, anche quando -praticamente sempre- cozzavano con la realtà.

 

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