Cooperativa Cft: il risanamento passa dai sacrifici dei soci e dei lavoratori?

 Cft: la tutela della cooperativa passa dai sacrifici dei lavoratori?

 
In altri tempi avremmo sacrificato domeniche e giorni festivi per partecipare ad assemblee dei soci e a incontri con i vertici della cooperativa ma oggi la situazione è cambiata.
 
Non parteciperanno i nostri iscritti alla  assemblea dei soci della cooperativa di Firenze perchè siamo certi di non potere influenzare decisioni già assunte che vanno nella direzione di ulteriori sacrifici scaricati sui soci lavoratori.
 
Siamo stanchi di assistere ad assemblee nelle quali la salvaguardia della Cooperativa sembra dipendere per lo piu' dalla rinuncia alla quattordicesima e dei Rol da parte dei soci sui quali pende già il pagamento delle quote sociali da sottoscrivere anche in caso di cambio di appalto e di datore di lavoro.
 
Inutile dire che la condizione di socio nelle cooperative è  sempre piu' gravosa con quella socializzazione delle perdite alla quale non corrisponde la condivisione delle scelte industriali che, nel recente passato, si sono dimostrate fallimentari alimentando il debito di Cft.
 
La crisi della cooperativa è  il risultato delle scelte errate operate dai vecchi managers, scelte industriali in grande stile perdendo di vista gli ambiti propri di una cooperativa. Quando si pensa di ragionare alla stregua di una multinazionale o di una spa, quando si guarda ai fatturati ma non al rapporto entrate ed uscite, quando vince la subalternità alle decisioni della politica si finisce con il fare un passo piu' lungo della gamba.
 
La emergenza pandemica ha acuito la crisi e imposto la revisione del piano di risanamento accordato con le Banche, ma questa crisi la pagano oggi i lavoratori con 30 esuberi tra gli impiegati e ulteriori tagli del salario per i soci. E decine di altri esuberi sono già avvenuti nel recente passando con incentivi all'esodo.  Molti lavoratori , soci e non, al contempo vedono allontanarsi miglioramenti salariali con accordi di secondo livello mai rinnovati o la cui sottoscrizione è rinviata a tempi migliori.
 
E' ingenerosa questa critica alla Cft? No, è la semplice lettura della realtà, ci sembra già scontato l'esito della assemblea con l'assenso agli ulteriori sacrifici che anni fa vennero accettati  dai soci per salvare la cooperativa dal fallimento . Ma dopo anni di sacrifici, ripresentarne altri come soluzione alla crisi agli occhi dei lavoratori e dei soci risulta indigesto.
 
Esistono soluzioni alternative? Non lo sappiamo, forse no, ma noi dobbiamo guardare al potere di acquisto dei salari e soprattutto agli scenari attuali e futuri con tanti bandi di appalto al ribasso che finiscono con il contrarre il costo del lavoro. E in questa autentica giungla la faranno da padroni cooperative , spurie  e non,  ed aziende che basano la loro politica sulla contrazione dei costi di personale e sull'incremento dei carichi di lavoro.
 
E Cft, che ha visto in poco tempo diminuire i 700 unità i propri dipendenti con un fatturato ridotto di 3\4,  sta tagliando figure impiegatizie e quadri che sono, al pari degli operai, figure indispensabili per la vita di una cooperativa, mancano i soldi per operare investimenti e intanto arrivano ulteriori sacrifici.
 
Motivi sufficienti per diffondere rabbia e scetticismo tra soci e non soci a cui aggiungere la mancata condivisione di un piano di risanamento calato dall'alto e che avviene con tagli economici e occupazionali
 
Sindacato di base Cub CFT
 

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