CONTRO IL PIANO NAZIONALE PER IL DEPOSITO DISCORIE NUCLEARI PER LA DIFESADI SICUREZZA, SALUTE, SANITA' E AMBIENTE!

 riceviamo e pubblichiamo

CONTRO IL PIANO NAZIONALE PER IL DEPOSITO DISCORIE NUCLEARI PER LA DIFESADI SICUREZZA, SALUTE, SANITA' E AMBIENTE!
Senza dimenticare le 18 Vittime a Pian del Quercione!

Dopo 30 anni dalla chiusura delle centrali nucleari in Italia e dopo 6 anni di lunga attesa, la Società di Stato (Sogin), incaricata dello smantellamento delle centrali nucleari e della gestione dei rifiuti radioattivi in Italia, ha pubblicato l'elenco delle aree individuate come deposito nazionale delle scorie-rifiuti italiani: 67 zone sparse in sette Regioni.
In Italia abbiamo le scorie degli impianti nucleari smantellati, più quelli che ogni anno producono per l’attività di ricerca e ospedaliere (tac, radiografie che impiegano materiali radioattivi; pure il camice degli operatori contaminato è ritenuto rifiuto speciale), per un totale in media di 70mila metri cubi di rifiuti radioattivi.
Vi sono 20 depositi provvisori sparsi nelle regioni, non sono sicuri e non adatti a ospitare scorie radioattive (sono in zone con rischi geologici e di terremoti, strutture decadenti, ecc.). Contro il progetto c'è per ora un NO “compatto” di sindaci, associazioni, comitati, cittadini.
Tutti “in rivolta”, nessuno vuole le scorie radioattive sotto casa, la situazione è molto pericolosa; dove mettere questo materiale è importante per la nostra salute, per la sicurezza sanitaria e ambientale.
Nel 1987, l'80% della popolazione si espresse per il NO al nucleare. E' significativo che anche oggi vi sia questa visione “condivisa”, dove molti si scatenano contro la “poco chiara”mappa dei siti. Se fosse stato per i vari governi succedutisi, per politici di vari colori, per industrie di armi, per multinazionali che sfruttano l'energia nucleare, legata al 5G, per la costruzione di armi a testata nucleare, l'Italia sarebbe invasa da centrali nucleari e scorie.
Oggi è necessaria un’informazione corretta e una sensibilizzazione costante sul pericolo in connessione a questi e altri rifiuti. I depositi “provvisori” sono sempre più colmi, i rischi maggiori. Con questa coscienza-conoscenza possiamo, per non delegare, organizzarci, mobilitarci e lottare a difesa della salute e dell’ambiente.
Il ‘Comitato Sanità Pubblica Versilia’ ha informato sui pericoli per la salute; da noi è rilevante l'emergenza tumori. L’abbiamo denunciato alle autorità sanitarie e ai sindaci pubblicamente. Abbiamo il primato per la mortalità rispetto alle cause e a ogni tipo di tumore.
Siamo una zona dove l'inquinamento da elettrosmog ha già causato morte (in via Matteotti a Viareggio e a Pian del Quercione) tra persone che abitavano vicino alla centrale elettrica e all’antenna della telefonia. Gravi effetti sulla popolazione si sono riscontrati anche per l'inceneritore del Pollino e dell'inquinamento da tallio nelle acque a Val di Castello. Abbiamo espresso solidarietà ai cittadini di Massarosa che da anni vivono in uno stato di paura e preoccupazione per l'incidenza alta di tumori sul territorio con 18 casi al cervello nella frazione di Massarosa.
Il Comitato Pian del Quercione ha chiesto da tempo un’indagine epidemiologica, ma risulta che non abbia ricevuto risposta né dall’amministrazione comunale né dall’Asl; oltre tutto c'è il sospetto di rifiuti radioattivi nella campagna intorno al Comune.
La battaglia deve continuare, la nostra salute è più a rischio, possiamo resistere se ci mobilitiamo in prima persona senza dover delegare; solo con la partecipazione di lavoratori, utenti e cittadini uniti e organizzati, è possibile difendere la salute, l'ambiente, la sanità. Il Comitato con le proprie competenze è a disposizione.

- Comitato Sanità Pubblica Versilia contro il depotenziamento dell'Ospedale Unico e dei servizi sanitari territoriali
su Fb comitatosanitapubblicaversilia

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