Progressioni verticali al Comune di Pisa

Le progressioni verticali decise dalla Giunta per il personale del Comune di Pisa sono poche e creeranno polemiche e ulteriori divisioni interne.

Correva l'anno 2001, quando  furono istituite le progressioni verticali con il d.lgs 165

Le progressioni all'interno della stessa area avvengono secondo principi di selettività, in funzione delle qualità culturali e professionali, dell'attività' svolta e dei risultati conseguiti, attraverso l'attribuzione di fasce di merito. Le progressioni fra le aree avvengono tramite concorso pubblico, ferma restando la possibilità per l'amministrazione di destinare al personale interno, in possesso dei titoli di studio richiesti per l'accesso dall'esterno, una riserva di posti comunque non superiore al 50 per cento di quelli messi a concorso. La valutazione positiva conseguita dal dipendente per almeno tre anni costituisce titolo rilevante ai fini della progressione economica e dell'attribuzione dei posti riservati nei concorsi per l'accesso all'area superiore.”.

Il principio selettivo e il diretto collegamento alla valutazione che nel corso degli anni si è dimostrata assai discutibule tra colloqui gestionali mai avvenuti e un ciclo della Performance esistente solo sulla carta con le pagelline assegnate con poca oggettività e molta discrezionalità.

In questi anni sono ben pochi i casi nei quali gli Enti abbiano messo a disposizione degli interni una riserva di posti nei concorsi banditi per l'esterno, numerose richieste in tal senso sono finite nel dimenticatoio tanto dalla Giunta Filippeschi quanto da quella attuale che per due anni ha rinviato il bando delle progressioni verticali nonostante gli impegni assunti e si è dimostrata incapace di costruire percorsi formativi adeguati e piani di fabbisogno rispondenti alle reali esigenze dei servizi.

Poi è arrivata la Madia e in ultimo il milleproroghe che riduce di molto gli spazi per le progressioni verticali che restano comunque non un obbligo ma solo una facoltà degli Enti senza alcun potere effettivo delle Rsu e della parte sindacale

 
Per il triennio 2020-2022, le pubbliche amministrazioni, al fine di valorizzare le professionalità interne, possono attivare, nei limiti delle vigenti facoltà assunzionali, procedure selettive per la progressione tra le aree riservate al personale di ruolo, fermo restando il possesso dei titoli di studio richiesti per l’accesso dall’esterno. Il numero di posti per tali procedure selettive riservate non può superare il 30 per cento di quelli previsti nei piani dei fabbisogni come nuove assunzioni consentite per la relativa area o categoria. In ogni caso, l'attivazione di dette procedure selettive riservate determina, in relazione al numero di posti individuati, la corrispondente riduzione della percentuale di riserva di posti destinata al personale interno, utilizzabile da ogni amministrazione ai fini delle progressioni tra le aree di cui all'articolo 52 del decreto legislativo n. 165 del 2001. Tali procedure selettive prevedono prove volte ad accertare la capacità dei candidati di utilizzare e applicare nozioni teoriche per la soluzione di problemi specifici e casi concreti. La valutazione positiva conseguita dal dipendente per almeno tre anni, l’attività svolta e i risultati conseguiti, nonché l’eventuale superamento di precedenti procedure selettive, costituiscono titoli rilevanti ai fini dell’attribuzione dei posti riservati per l’accesso all’area superiore.

 Il fine delle progr. verticali dovrebbe essere quello di valorizzare le professionalità interne ma questa valorizzazione è del tutto assente sia nelle mobilità interne, nelle microstrutture, nell'assegnazione di personale ad uffici e servizi e nei percorsi di formazione assai carenti nell'Ente.

Ci chiediamo quale sia la ratio con la quale poi siano stati decisi i numeri relativi alle professioni, 6 da B a C per gli amministrativi, 1 per d amministrativo e 1 per istruttore direttivo pm.

Questi numeri scaturiscono da una valutazione avviata dalla Segreteria generale in accordo con le direzioni? E queste eventuali valutazioni perchè sono ignote ai lavoratori e alle lavoratrici e perfino al Sindacato?

Sono state effettuate analisi accurate guardando ai tanti dipendenti che da anni svolgono le medesime attività magari sobbarcandosi dei lavori spettanti a categorie superiori?

 Sono stati visti i colleghi e le colleghe con i titoli di studio superiori a quelli previsti per l'accesso nella categoria di appartenenza?

E poi varanno di piu' i titoli o le prove sostenute? Insomma varrà piu' l'esperienza o i requisiti come i titoli di studio?

Facciamo un esempio per tutti: un dipendente che da 20 anni opera con profitto non potrà partecipare a un concorso perchè ha un titolo di studio, magari una laurea, non espressamente richiesto dal Bando, del resto è già accaduto con alcuni recenti concorsi .Si premia in tal caso la professionalità interna o piuttosto la si mortifica?

L'anzianità di servizio  dà diritto a  pochi punti, idem i titoli di servizio o quelli di studio , molti di piu' sono previsti per i titoli posseduti, voce dirimente sarà quella della scheda di valutazione che sappiamo essere criterio ben poco oggettivo e talvolta in antitesi all'effettivo merito e alle reali capacità (basta vedere le ultime valutazioni in alcuni settori dell'Ente).

Ancora una volta si contrappone chi ha maturato esperienza nell'Ente con quanti hanno terminato gli studi in tempi piu' recenti.

Sarebbe stato possibile fare altro ossia prevedere in ogni concorso una quota riservata per il personale interno il che non avrebbe costretto diversi colleghi a lasciare l'Ente dopo avere vinto prove selettive altrove perdendo cosi' un bagaglio di competenze e professionalità costruito negli anni.

Sarebbe stato possibile avviare un confronto con dirigenti e sindacato per trovare dei criteri condivisi fermo restando che non saremo certo noi ad agognare i tempi lontani nei quali il sindacato, ahime', partecipava in molte aziende alla valutazione dei candidati interni per gli avanzamenti di carriera.

Ci sembra evidente che questi criteri scontentino molti  e mortifichino le aspettive di carriera e di riconoscimento delle professionalità.


Sindacato di base Cub Comune di Pisa


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