Quelle gare di Pisamo che non convincono e rischiano di penalizzare solo i lavoratori

 

Quelle gare di Pisamo che non convinconoe rischiano di penalizzare solo i lavoratori

Uno degli scopi, in  parte disattesi, del Codice appalti avrebbe dovuto essere quello di contrastare i fenomeni di lavoro irregolare che in molte aree del paese dominano incontrastati

Non tutti i tentativi hanno sortito l’effetto sperato ma hanno comunque acceso un faro su cosa e come le amministrazioni pubbliche debbano operare per determinare un importo a base di gara a tutela delle retribuzioni dei lavoratori e rispettoso dell’art. 36 della Costituzione che stabilisce che il “lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

Secondo la nuova formulazione del Codice appalti le Amministrazioni pubbliche sono tenute ad operare in maniera trasparente e con criteri univoci ossia

  1. la stazione appaltante individua nei documenti del bando l’importo della manodopera, prendendo a riferimento il costo della manodopera determinato annualmente dal Ministero del Lavoro in apposite tabelle (lo prevede l'articolo 23 comma. 16 del Codice). Tale costo è definito sulla base dei valori economici definiti dalla contrattazione collettiva nazionale tra le organizzazioni sindacali e le organizzazioni dei datori di lavoro comparativamente più rappresentativi, delle norme in materia previdenziale ed assistenziale, dei diversi settori merceologici e delle differenti aree territoriali;
  2. l’impresa indica nell’offerta economica il costo della manodopera e gli oneri aziendali concernenti l’adempimento delle disposizioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro;
  3. la stazione appaltante, prima dell’aggiudicazione, effettua una verifica di congruità su oneri aziendali e sul costo del personale, che non deve essere inferiore ai minimi salariali retributivi indicati nelle apposite tabelle ministeriali.

Stando così le cose, nell’iter delle cinque gare indette da PISAMO, società del Comune di Pisa, per la manutenzione stradale manca la fase principale di questo flusso, cioè la determinazione del costo della manodopera che consente di verificare in primis se la società ha operato a tutela delle retribuzioni dei lavoratori, per poi permettere alla stessa società PISAMO una valutazione sulla congruità del costo che i concorrenti hanno dichiarato nell’offerta economica.  E a rimetterci potrebbero essere ancora una volta i lavoratori cosa per noi inaccettabile.

Che cosa pensiamo allora di fare?

Sindacato di base Cub Pisa

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