La miseria che dilaga...

 Quando parliamo di povertà  che cosa intendiamo? Vera e propria indigenza, impossibilità di accedere ai servizi sanitari, famiglie indebitate e morose, uomini e donne che non riescono a mettere a tavola pranzo e cena?

Nell'immaginario collettivo la povertà puo' essere rappresentata in svariate forme, potremmo senza dubbio concordare su un parametro di giudizio legato a quanti soldi entrano in un nucleo familiare in rapporto ai membri che ne fanno parte.

Ma povertà significa anche non accedere ai servizi sanitari per pagare una visita o delle analisi, è possibile avere un lavoro precario e malpagato, anche se a tempo indeterminato, e al contempo essere poveri, non riuscire a mandare i figli in gita scolastica o al campo solare (perchè i servizi offerti magari sono insufficienti), la declaratoria dei casi di miseria potrebbe essere infinita.

Per l'Istat ci sono 5 milioni e 600 mila  poveri in Italia, i dati sono a conoscenza dell'intero arco parlamentare che al di là di polemiche strumentali e costruite ad arte sa bene quanto il reddito di cittadinanza, con tutti i suoi limiti, abbia rappresentato un argine  importante per la tenuta stessa del nostro debole welfare.

Magari collegheranno il reddito a lavori socialmente utili, a prestazioni obbligatorie ed esigibili visto che meno di un decimo dei percettori del Rdc è riuscito nell'impresa di trovare qualche occupazione.

Nei prossimi mesi il Governo dovrà inventarsi anche nuove forme di reddito per ampliare la platea dei beneficiari, molti dei nuovi poveri sono per altro esclusi dal Reddito non essendo in possesso dei requisiti indispensabili per l'accesso.

Si tratta di capire quanti soldi arriveranno dalle Manovre di Bilancio e come pensano di finanziare i fondi antipovertà, qualora dovessero arrivare da tagli ad altre misure di welfare e di spesa sociale ci ritroveremmo in una situazione paradossale e destinata a produrre nuove ed ulteriore fratture. Se ad esempio taglio fondi alla scuola o alla sanità per finanziare sovvenzioni anti povertà alla fine ci ritroveremmo con gli strumenti socio educativi indeboliti quando sappiamo tutti\e quanto siano importanti per arginare emarginazione e miseria crescente.

La definizione dei criteri per estendere il Rdc sarà oggetto di ampie discussioni, ad esempio il criterio della residenza anagrafica potrebbe essere la causa di conflitti interni all'arco parlamentare cosi' come la esclusione di redditi patrimoniali sotto una certa soglia.

Fatto sta che sono proprio i servizi sociali ad essere insufficienti e carenti, quei servizi soggetti a continui tagli o affidati al privato sociale in nome della riduzione dei costi. Poi i 4,4 miliardi di euro destinati dal PNRR per le politiche attive del lavoro potrebbero presto finire nelle tasche di società private di formazione professionale , magari collegate ad aziende, considerato lo stato di abbandono in cui versano i centi per l'impiego stravolti dalla riforma Del Rio.

Altro elemento da prendere in considerazione è il ruolo del Terzo settore con le cooperative sociali che potrebbero erogare servizi al cittadino competendo con il pubblico in virtu' di salari da fame della forza lavoro, al contempo il cosiddetto privato sociale, con i cosiddetti volontari, potrebbe rappresentare una appetibile alternativa al potenziamento dei servizi pubblici,

La Corte dei Conti chiede politiche attive del lavoro funzionanti da accompagnare al Reddito di cittadinanza, lo chiede anche l'Ue invocando politiche del lavoro e ammortizzatori sociali rinnovati. Nell'ultimo anno e mezzo i poveri sono cresciuti di oltre il 20% aumentando la spesa sociale per far fronte alla crisi sindemica.

Le prossime settimane impegneranno il Governo a trovare soluzioni per scongiurare l'implosione sociale anche se alcuni provvedimenti indispensabili e ragionevoli , ad esempio blocco degli sfratti e dei licenziamenti, non  sembrano trovare spazio nelle politiche di Draghi e company. E nel frattempo la miseria dilaga presentando nuovi e ulteriori problematiche sociali.....

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