Il rapporto tra periferia e centro del capitale. Come nasce il nuovo imperialismo sotto l'egida della Guerra Globale

Negli ultimi decenni abbiamo assistito allo sfruttamento intensivo  della forza lavoro periferica che è arrivata a migliorare la propria condizione di vita in termini comunque inferiori a quanto accaduto nel centro del mondo, da qui nasce l'idea di uno scambio diseguale e  di due forme di accumulazione del capitale distinte pur collegate tra loro. 



Numerosi marxisti terzomondisti hanno scritto per un trentennio tomi e relazioni sul rapporto tra Nord e Sud del Mondo studiando i diversi processi di accumulazione capitalista anche in rapporto ai processi di de\colonizzazione che da anni invece non trovano spazio nella pubblicistica. Con il tempo l'analisi dei rapporti di produzione è stata soppiantata da narrazioni sui popoli in rivolta ma senza mai cogliere i processi storici dentro dinamiche economiche complesse. Anche da questi fatti scaturisce l'incomprensione del colonialismo da insediamento sionista alimentato da 30 anni ad oggi in Israele o dei processi di liberalizzazione in corso in Argentina.

Nella periferia il processo di l'accumulazione di capitale per anni si è basato sui bassi salari (plusvalore assoluto) e sugli alti profitti, sui benefici derivanti dalla delocalizzazione di imprese dalle aree centrali capitalistiche che hanno permesso di accrescere le esportazioni  verso il centro. Molti dei processi avvenuti hanno avuto un impatto devastante sui territori della periferia in termini di inquinamento.

Possiamo sintetizzare gli avvenimenti  prendendo in prestito alcuni concetti marxiani

  • aumento di plusvalore assoluto  allungandosi gli orari e i processi di sfruttamento intensivo della forza-lavoro.
  • aumento del plusvalore relativo attraverso la innovazione tecnologica e quanto concorre ad accrescere la produttività anche  riducendo la quota di "ore di lavoro necessarie" sul totale delle ore di lavoro.
  •  estrazione del  superplusvalore  ossia l'abbassamento dei costi di riproduzione e  da qui la quota di "tempo di lavoro necessario" in rapporto al totale delle ore di lavoro.

Al centro, l'accumulazione di capitale si è basata sul potere di consumo nazionale/regionale.

Le differenze tra aree  centrali e periferiche del capitale deve essere ben compreso anche alla luce dei prossimi sviluppi con l'avvento della energia green e i processi di riconversione energetica. Oggi al netto delle narrazioni e delle letture sociologiche urge comprendere quanto accadrà nei prossimi anni.

Il rapido  sviluppo delle forze produttive al centro non è avvenuto sempre in modo uniforme (da qui le differenze di sviluppo tra i paesi) e negli ultimi anni, con la produzione tecnologica di ultima generazione, la periferia si è dimostrata assai più attiva del centro. Una domanda alla quale rispondere con concetti comprensibili è quella relativa alle dinamiche e ai processi di accumulazione. 

La differenza salariale e il potere di consumo  restano assai diversi tra le aree capitaliste del globo, è evidente il maggiore potere di consumo al centro (con il trasferimento di valore dalla periferia) e una periferia che con la svolta green dell'economia capitalistica potrebbe trovarsi in condizioni di estrema difficoltà con licenziamenti di massa che avranno ripercussioni sulla stabilità di numerose Entità nazionali. 

Da qui nasce il nuovo disegno imperialista Usa denominato Guerra Globale 

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