Il negazionismo climatico

Il sistema economico dominante alla base della crisi climatico ambientale 




Il sistema economico globalizzato, neoliberista e sviluppista, funziona da garanzia per il capitale transnazionale nell'ambito di un modello di sviluppo lineare fondato sul ciclo estrazione, produzione, consumo, sulla concentrazione di immensi profitti e la socializzazione del costi ambientali. Tuttavia, l'adozione di politiche indirizzate verso un modello economico circolare (Circular economy) in grado parzialmente di rigenerarsi riducendo l'impatto sull’ecosistema terrestre può, a nostro avviso, non essere sufficiente a risolvere la triplice crisi in atto (ambientale, economica e sociale) in quanto non vengono messi in discussione i paradigmi della crescita economica infinita e dell'accumulazione capitalistica.


La tematica del superamento delle strutture economiche e sociali del Capitalocene, con i suoi insostenibili modelli di produzione, di consumo e di ripartizione della ricchezza, si propone, alla luce della crisi ambientale sull'orlo del punto del non ritorno e delle disuguaglianze sociali sempre più marcate, in modo ancor più attuale, a causa dei suoi effetti degenerativi sempre più pervasivi, arrivati ormai a mettere a repentaglio il futuro del Pianeta e dell'intera umanità.

Si rinvia al seguente articolo per un appronfondimento

https://www.lacittafutura.it/esteri/migrazioni-climatiche-seconda-parte


Il negazionismo climatico è l'ultima frontiera della lotta di classe dall'alto della borghesia inquinatrice. 

È necessario rendere consapevoli di tale scellerata strategia reazionaria e classista quante più persone possibile su questo problema centrale della società odierna, tenendo presente come gli eventi climatici estremi colpiscono principalmente il sud del mondo in generale e i ceti sociali inferiori di ogni paese tanto da aver costretto gli studiosi a varare gli eloquenti termini "eco racism", razzismo climatico e apartheid ambientale come ho analizzato nella seconda parte del saggio migrazioni climatiche.

Invito a divulgare capillarmente questo mio scritto, l'articolo sopra riportato e il saggio migrazioni climatiche.

Grazie per la collaborazione 

Andrea Vento

Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati


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