Le condizioni sociali ed economiche incidono sulla nostra salute

 

Visite preventive e riabilitative, piu’ genericamente le cure in toto sono sovente miraggi per le classi sociali meno abbienti che non riescono ad accedere ai servizi pubblici e non hanno soldi per ricorrere a strutture private in convenzione con il SSN.



Un rapporto pubblicato su Quotidiano Sanità Pediatria. Sip: per bambini stranieri rischio più che doppio di mortalità neonatale e infantile rispetto ai bambini italiani. Più esposti a maltrattamenti e a svantaggio socioeconomico che influisce su salute - Quotidiano Sanità (quotidianosanita.it)  conferma che proprio i bambini stranieri presentano un rischio più che doppio  rispetto ai pari età italiani quanto a mortalità neonatale e infantile , le condizioni economiche e sociali influiscono anche sull’aspettativa di vita e sulla salute delle persone penalizzando i ceti sociali meno abbienti.

Di questa situazione prende atto anche l’Istat (30° Rapporto annuale 2022), se la natalità italiana resta tra le più basse dei paesi Ue, i figli dei migranti costituiscono il 15% delle nascite e metà di questi vive in condizioni di precarietà relativa e assoluta al pari di un certo numero di famiglie italiane che risulta per altro in costante aumento dopo la cancellazione del Reddito di cittadinanza.

Dove poi i servizi pediatrici e sanitari pubblici sono più deboli minore è la attenzione verso le problematiche della salute per gli under 18 italiani e migranti.

Le Diseguaglianze di salute sono quindi espressione delle disuguaglianze sociale e si manifestano ancor prima della nascita nei 9 mesi antecedenti da qui il diffondersi di  infezioni, malformazioni, asfissia, distress respiratorio. La mortalità neonatale nei nati di madri straniere è pari a 2,5 ogni mille nati vivi, contro 1,6 ogni mille nati vivi da madri italiane, quella infantile è del 3,7 per mille contro il 2,3 (Istat). D’altra parte, ben il 12,5% delle gravide straniere effettua il primo controllo ginecologico dopo l’undicesima settimana di gestazione contro il 2,2% delle italiane (Cedap, evento nascita anno 2020).

Riapertura dei plessi ospedalieri e sanitari chiusi con la spending review, assunzioni, reinternalizzazione dei servizi affidati a cooperative ed interinali restano obiettivi non solo sindacali ma politici insieme al potenziamento della medicina di base e preventiva, della medicina del lavoro in un paese nel quale morti, infortuni sul lavoro e malattie professionali raggiungono cifre elevate.

Tradurre in obiettivi reali le aspettative della cittadinanza dovrebbe meritare uno sforzo collettivo e unitario a tutela della salute e della sanità pubblica senza dimenticare che nella rinegoziazione dei parametri Ue relativi al debito le spese per la sanità dovrebbero essere scorporate dal computo della spesa pubblica rappresentando, appunto, una priorità acclarata e ineludibile.

 

 

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