Erdogan reprime le lotte in Turchia a fianco del popolo palestinese

  Sono stati arrestati quasi 50 manifestanti dopo essere stati brutalmente manganellati dalla polizia turca, parliamo delle cariche contro la  pacifica marcia organizzata dal gruppo "Mille giovani per la Palestina" in via İstiklal nel centro di Istanbul.


 La manifestazione era stata indetta per protestare  contro il genocidio di Gaza e il continuo scambio commerciale della Turchia con Israele a conferma che la posizione del governo Erdogan è tutt'altro che filo palestinese come alcuni giornalisti occidentali tendono a rappresentarla da mesi.  La richiesta di sospendere il commercio con Israele è stata non solo respinta ma ignorata dal governo. E questa posizione arrendevole verso Israele è anche tra le cause della sconfitta elettorale dell'AKP di Erdogan alle elezioni del 31 marzo. 

La  principale preoccupazione della Turchia per l'escalation della guerra era legata al timore dell'allargamento del conflitto che avrebbe determinato la crisi economica e politica della stessa Turchia. In queste ore le contraddizioni di questa politica regionale stanno venendo a galla dopo i continui bombardamenti in Siria e gli attentati in terra iraniana, non ultima l'azione di Israele contro l'ambasciata iraniana in Siria, che è territorio iraniano secondo il diritto internazionale. 

Teniamo conto che solo dopo alcune settimane dall'inizio degli attacchi, Erdogan ha iniziato a criticare la Nato, di cui fa parte, e Israele limitandosi a manifestare disaccordo con il governo Netanyahu ma non con lo stato di Israele e il progetto sionista. . Il commercio tra Israele e Turchia ha raggiunto i 2,5 miliardi di dollari  nei cinque mesi di guerra contro i palestinesi, le esportazioni verso Israele sono aumentate del 27 per cento e le importazioni da Israele del 18 per cento a febbraio.

Le forniture di acciaio e  petrolio dalla Turchia ad Israele alimentano la macchina da guerra di Tel Aviv a cui arrivano componenti di guerra , filo spinato e prodotti chimici, insomma un aiuto interessato e cospicuo in barba al genocidio del popolo palestinese. 

Alcuni giornalisti turchi e statunitensi hanno parlato di fornitori israeliani che lavorano direttamente con l'esercito del proprio paese, non sono mancate critiche alla famiglia di Erdogan e al figlio proprietario di una compagnia di navigazione che non ha mai interrotto i rapporti con Israele. Il governo turco ha infine approvato l'adesione  della Svezia alla NATO, mentre il genocidio israeliano a Gaza continua con il sostegno delle forze NATO guidate dagli Stati Uniti.


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