Carceri e Covid

L'inchiesta della Magistratura sulle violenze ai danni dei detenuti nell'istituto penitenziario di Santa Maria Capuavetere è destinata a squarciare il velo di silenzio e di ipocrisia che da sempre avvolge il mondo carcerario. Ma nel frattempo giungono dai carceri italiani notizie allarmanti sulle condizioni di detenzione  e sulla assenza di reali tutele a salvaguardia della salute. 

I familiari di alcuni detenuti raccontano di innumerevoli contagi,  parlano di poche mascherine e della carenza di gel igienizzanti, condizioni disumane , tanti detenuti raccolti in pochi metri quadrati. I contagi riguarderebbero non solo la popolazione carceraria ma anche agenti penitenziari, perfino tra i familiari in visita ai loro cari.

Quanti saranno i tamponi a disposizione nei carceri? E quante le mascherine, e quali saranno le norme anti contagio adottate o meglio adottabili in istituti che ospitano decine o centinaia di uomini e donne in condizioni di sovraffollamento disumano?

Mancherebbero perfino i vaccini e a tal riguardo sono arrivate le denunce di Garanti  dopo le notizie apparse sulla stampa di centinaia di contagi tra detenuti e agenti.  La giustizia italiana non ha mai preso in considerazione le misure esterne e\o alternative al carcere che hanno ben funzionato in altri paesi Ue come risposte atte ad evitare il diffondersi dei contagi . E molti detenuti sono soggetti fragili alle prese con tanti problemi di salute in presenza dei quali i contagi potrebbero rivelarsi mortali
Una situazione drammatica che non potrà essere affrontata secondo la classica logica custodialista ed afflittiva se vogliamo evitare il diffondersi della pandemia negli istituti di pena italiani.

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