Smart o non smart: qual'è il problema?

Smart o non smart: è forse questo il problema? 

Prendiamo spunto da una circolare sull'adozione dello smart working per dimostrare che la confusione normativa nazionale produrrà disposizioni a livello di Ente altrettanto confuse. Tutto parte dalla circolare Brunetta - Orlando anche se servirebbero chiarimenti ulteriori sulla ragione che rende impossibile adottare negli Enti locali cio' che è già in vigore tra gli Statali.

Nel comparto delle Funzioni centrali, dove hanno siglato l'accordo sul nuovo contratto nazionale, si prevede il lavoro da remoto con gli stessi orari del lavoro in presenza e la erogazione del buono pasto, negli enti locali ciò non è ammesso vista l'assenza del ccnl che regolamenti il tutto.  

La conclusione è che ancora una volta sono proprio i \le dipendenti enti locali l'ultima ruota del carro.

 Chi volesse leggere la circolare dovrà solo andare sul sito della Funzione Pubblica dove il 5 gennaio 2022 è stata pubblicata. Dopo il d.l. 221/2021 si è alimentata la confusione normativa sul lavoro agile che continua ad essere subordinato al lavoro in presenza e concesso solo a discrezione dei dirigenti e a parità di servizi erogati. Se nel frattempo non si è proceduto con la riorganizzazione dei servizi la colpa non è certo del personale (altra amara constatazione) Rimandiamo poi alle Faq del Dipartimento della Funzione Pubblica 

 La Circolare ribadisce che la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle p.a. è quella svolta in presenza, i datori dovranno solo rispettare le misure di contenimento che sappiamo essere soggette a interpretazioni discutibili. Il rientro “in presenza” dei dipendenti pubblici è stato disciplinato dal d.m. 8 ottobre 2021, che rinvia ad una gestione ente per ente che garantisca la invarianza dei servizi. Le stesse “Linee guida” restano alquanto fumose. 

 Nella Circolare si parla di “flessibilità ed intelligenza sono i principali pilastri sui quali ciascuna amministrazione è libera di organizzare la propria attività, mantenendo invariati i servizi resi all’utenza”. Ogni amministrazione potrà (attenzione puo' e non deve) programmare il lavoro agile con una rotazione del personale settimanale, mensile o plurimensile con ampia flessibilità, anche modulandolo, come necessario in questo particolare momento, sulla base dell’andamento dei contagi, tenuto conto che la prevalenza del lavoro in presenza.

 Il risultato sarà quello di concedere,  a rotazione, uno o due giorni massimo di smart .

Forse, visti i contagi in rapida crescita, controllare l'andamento epidemiologico nel breve e nel medio periodo dovrebbe comportare la distribuzione delle ffp2 al posto di quelle chirurgiche per tutto il personale e la revisione dei dvr ma non esistono normative atte a raggiungere questi obiettivi minimi. Sorvoliamo poi sui “mobility manager aziendali che rischiamo di essere le ennesime figure dirigenziali da assumere a discapito di tutte le altre figure delle quali invece abbiamo forte bisogno 

 Resta la modalità di lavoro agile applicabile anche in assenza degli accordi individuali

 La nostra riflessione è che questa circolare della Funzione pubblica sottovaluti i contagi e non dia sufficienti garanzie a tutela della nostra salute e sicurezza  oltre al solito scaricabarile di responsabilità e alle direttive Brunetta che mirano solo a favorire il lavoro in presenza, in Enti nei quali mancano mascherine FFP2 e le sanificazioni risultano del tutto insufficienti

SINDACATO CUB  PISA

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