I fatti ci danno ragione: la Funzione pubblica interviene sullo smart

 

I fatti ci danno ragione: la Funzione pubblica interviene sullo smart

CUB PUBBLICO IMPIEGO


La Funzione pubblica corregge il tiro ma noi restiamo insoddisfatti. Il vero problema è rappresentato dal fatto che il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale sottoscritto con Cgil Cisl uil prevedeva, il ”superamento della gestione emergenziale, mediante la definizione, nei futuri contratti collettivi nazionali, di una disciplina che garantisca condizioni di lavoro trasparenti, che favorisca la produttività e l’orientamento ai risultati, concili le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con le esigenze organizzative delle Pubbliche Amministrazioni, consentendo, ad un tempo, il miglioramento dei servizi pubblici e dell’equilibrio fra vita professionale e vita privata”.


Dal 15 ottobre ad oggi la stragrande maggioranza della forza lavoro è tornata in presenza ma davanti al diffondersi dei contagi la scelta migliore sarebbe quella di favorire per tanti\e il ritorno alla modalità agile nonostante la Pa abbia investito poco in formazione e tecnologia e non ne possiamo fare certo una colpa al personale.
Oltre al Patto si attende la firma di tutti i contratti della Pa per regolamentare lo smart quando poi gli stessi non faranno che applicare le normative vigenti senza alcun ampliamento di tutele, diritti e salario. Ironia della sorte gli stessi sindacati che oggi criticano, a parole, Brunetta hanno concordato con il Governo, lo scorso 16 Dicembre, le “Linee guida in materia di lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche” ove si parlava di fornire idonea dotazione tecnologica alla forza lavoro ma prevedendo al contempo lo smaltimento del lavoro arretrato.

Linee guida e contratti non prevedono quote di dipendenti a cui riconoscere lo Smart Working lasciando la scelta ai singoli enti e con l'aggiunta di due condizioni inaccettabili : il lavoro a distanza ha bisogno dell’accordo individuale che preveda la «prevalenza» della presenza in ufficio e la tutela dei servizi. Nel migliore dei casi avremo per qualche settimana smart per un quota inferiore al 50% del personale , a rotazione e alternando presenza e modalità agile.

Nel documento della Funzione pubblica si dice espressamente: Ogni amministrazione può programmare il lavoro agile con una rotazione del personale settimanale, mensile o plurimensile. Ciò consente di prevedere l’utilizzo dello smart working con ampia flessibilità, anche modulandolo, se necessario, sulla base dell’andamento dei contagi, tenuto conto che la prevalenza del lavoro in presenza contenuta nelle linee guida potrà essere raggiunta anche al termine della programmazione. In sintesi, ciascuna amministrazione potrà equilibrare lavoro agile e in presenza secondo le modalità organizzative più congeniali alla propria situazione, anche considerando l’andamento epidemiologico nel breve e nel medio periodo.

Non esiste quindi alcuna certezza per la salute dei lavoratori e delle lavoratrici lasciando piena discrezionalità ai dirigenti e alle amministrazioni. Una parziale correzione di rotta ma senza alcuna effettiva tutela per la forza lavoro della Pa che non ha visto accrescere gli investimenti in salute e sicurezza (con le igienizzazioni rimaste invariate) e oggi, per salvaguardare la propria salute, avrà forse qualche giorno di smart working a rotazione ma con crescenti richieste esigibili da parte dei dirigenti ai dipendenti e nei fatti senza alcun impegno concreto degli Enti pubblici.


Ben altro dovrebbe essere invece il ruolo dei sindacati nella Pa ossia

  1. Imporre il massimo utilizzo possibile dello smart working per tutto il periodo emergenziale con il pagamento del buono pasto

  2. intensificare le misure di sanificazione e tutela impiegando i risparmi ottenuti con lo smart working nella contrattazione decentrata per l'incremento della produttività collettiva




Commenti

  1. Andrebbe anche chiesto lo SVINCOLAMENTO TOTALE dell'accesso allo smart working al Green Pass in quanto NON è dimostrabile che lavorando da remoto si possono contagiare i colleghi o i fruitori dei servizi.

    RispondiElimina

Posta un commento