GLI STRABICI POSSONO CURARSI CON FETTE DI PATATE SUGLI OCCHI? EVIDENTEMENTE NO!

 GLI STRABICI POSSONO CURARSI CON FETTE DI PATATE SUGLI OCCHI? EVIDENTEMENTE NO!

 

Un bel minestrone di modernismo senza costrutto lo troviamo sul numero 1443 di Internazionale del 14/20 gennaio 2022. La rivista che da quasi trent’anni traduce articoli dalla stampa estera ogni tanto ci propone chicche di banalità che ci aiutano a capire il periodo storico in cui viviamo. Lasciamo perdere un’esegesi storica sulla rivista ed andiamo all’articolo di Paul Mason, pubblicato originariamente su New Statesman, un importante settimanale inglese di sinistra.


Già dal titolo possiamo capire qualcosa: La sinistra deve schierarsi contro la dittatura cinese. Da un giornale di sinistra, da un giornalista di sinistra sarebbe stato forse lecito aspettarsi un titolo simile, dove al posto della dittatura cinese fosse apparsa la dittatura statunitense, ma leggiamo alcuni passaggi e commentiamo.


Si parte da un processo ad un dissidente cinese di Hong Kong. Per carità: la Cina continentale tratta l’ex colonia inglese come fosse parte del suo territorio e mi pare lo sia. Ha la mano dura con gli oppositori che sono evidentemente nostalgici della vita coloniale. Giusto, sbagliato. Si può discutere nello specifico. Ma all’autore del pezzo, il tutto fa venire in mente Walter Benjamin nel momento della morte, mentre cercava di sfuggire ai nazisti. Il tutto data 26 settembre 1940. E così ecco ben presentata l’equiparazione tra nazisti, del 1940, e cinesi comunisti del 2022. Ricordo che Benjamin era pure lui comunista. 


A modo suo, di Benjamin dico. Ma comunista. Quindi un po’ di complessità che andrebbe spiegata. L’autore del pezzo cerca di farlo dopo e vedremo come. Vi è un perché a tanta acrimonia: “L’élite del Patito comunista (cinese) si è trasformata in un gruppo di miliardari, ha imprigionato e torturato decine di migliaia di dissidenti e poi [] li ha uccisi e ne ha sepolto la memoria” Il riferimento è al 1989. Vediamo bene che il numero proposto sia di fantasia e poi fa un po’ ridere pensare che miliardari comunisti cinesi – ci ricordiamo la canzoncina …comunisti col Rolex? … - si mettano a torturare e a uccidere decine di migliaia …


Poco oltre ammette che “… 850 milioni di cinesi sono usciti dalla povertà rurale attraverso un processo di rapida urbanizzazione e industrializzazione.” Il tutto come se fossero noccioline da gettare alle scimmie: 850 milioni di cinesi. Ma, dice il nostro articolista, lo hanno ottenuto senza “…partiti politici e libere elezioni, come hanno fatto i lavoratori britannici dopo il massacro di Peterloo del 1819.” Poveri cinesi, non più poveri, senza passare da una strage di piazza e senza partiti politici democratici come quelli inglesi, Paese nel quale solo circa 100 anni dopo si arriverà ad un diritto di voto democratico, per testa e per i due sessi. lasciamo perder i particolari di tale percorso. 


Quindi poca certezza nell’affermazione di Mason. Come del resto rimane un poco sospesa la successiva e cioè che il lavoro, poco pagato in Cina, Paese nel quale si sono spostate numerose aziende ha salvato il capitalismo mondiale, eliminando l’inflazione nel mondo capitalistico – ma non sta aumentando proprio in questi ultimi mesi?!? – dove i posti di lavoro (?) trasferiti in Cina non hanno più lo stesso potere contrattuale che avevano in Occidente. I posti di lavoro? Casomai i lavoratori in carne ed ossa hanno potere contrattuale. Ma in Cina vi sono lavoratori cinesi, nella quasi totalità. Sta a loro farsi sentire. Non sono certo i lavoratori occidentali trapiantati là che si sono pauperizzati. 


La cultura: “La Cina ha adottato il marxismo dei libri di testo di Mosca (anche ora?!?) il determinismo creato nell’accademia stalinista per giustificare carestie, incarcerazioni e omicidi di massa nel novecento.“ Ammesso che tutto questo sia accaduto esattamente così, forse l’articolista non si è accorto che il tempo passa, per tutti. Perché andare a ripescare episodi che hanno già decenni alle loro spalle ora? Mah.


Comunque lui è convinto che gli oppositori di Stalin, Lev Trotskji e Nikolaj Bucharin, non sapevano nulla del “Marx umanista, filosofo dell’alienazione ed ecosocialista.” Insomma, erano come Stalin dice l’autore del pezzo. E con questo diamo una bella patente di ignoranza a giganti quali Trotskij e Bucharin. Chi a destra di Stalin chi a sinistra. 


Un marxismo umanista a loro sconosciuto ma evidentemente conosciuto dall’élite miliardaria cinese che, proprio perché lo conosce lo deve distruggere. Ed allora è ancora più ridicolo pensare al comunista col Rolex che la sera, prima di dormire si legge il grosso tomo della Storia della Rivoluzione in Russia di Trotskij. E chi recupera il nostro inglese: Chen Duxiu, il primo segretario del Partito Comunista cinese di cui basterebbe andare a vedersi la biografia per avere qualche dubbio sulla sua linearità. 


E comunque sembra starci bene nel minestrone finale che ci propina, elenco variegato: Peterloo, Benjamin, Fanon, Gramsci e Marcuse. Olè!

 

Tiziano Tussi   

 

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