IL SOLE 24 ORE SULL’U.E. di Tiziano Tussi

 

IL SOLE 24 ORE SULL’U.E. di Tiziano Tussi


Come spesso accade, è utile leggere con curiosità il Sole 24 ore. Nel numero di domenica 27 novembre vi sono alcuni articoli che si rincorrono. In prima pagina un fondo, che continua all’interno, Di Sergio Fabbrini che si aggira attorno all’idea che L’Europa dovrebbe essere confederale e non federata. Essendo la prima formula una costruzione quale quella degli USA o della Svizzera, mentre l’altra è solo un rapporto tra stati senza particolare cogenza. 


Problemino: la Germania non ci pensa minimamente a mettersi sotto l’egida di altri microstati – Lussemburgo, Malta, Cipro, ad esemplificare – che concorrerebbero alla strutturazione di uno stato super, uno stato confederale. Ed ecco che i lagnosi intellettuali borghesi italiani, in questo caso, si recriminano perché la Germania ecc. ecc. 


“Così alla guida di una nutrita delegazione di industriali tedeschi, Scholz ha è andato a fare affari in Cina, oltre ad aver consentito ad una corporation cinese (COSCO) di acquisire una partecipazione nella gestione del terminal del più grande porto del Paese (Amburgo), come se il rapporto con la Cina fosse esclusivamente economico, senza implicazioni sulla sicurezza.” Bel tratto di ipocrisia, che fa intravvedere la lamentela per la non difesa dei diritti civili, ma cita espressamente la sicurezza “nazionale” dell’Europa verso i cattivi cinesi.


 Fabbrini dimentica l’accettazione italiana, a firma movimento 5 stelle, della via della seta; come non vi fosse stata. Anche se poi questa apertura di cooperazione si è congelata, con i governi successivi al 2019, anche a causa della pandemia, ma soprattutto per i noti cambi politici recenti, quella firma c’è stata. Ma insomma ogni atto che porti verso la deviazione da uno stato confederale europeo è visto molto male, senza aggiungere però che la conclusione di un tale costruzione statale non è neppure all’orizzonte dei 27 Paesi che formano quell’ammasso un poco informe e assolutamente scoordinato che si chiama Unione Europea.


 La lamentela per la poca unione in Europa, la srotola e la ripete anche in una intervista, stessa sede, Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo ed amministratore delegato di Pirelli. Lamenta che l’Europa non abbia “una politica estera, e nemmeno una difesa comune.” Una unione di intenti sarebbe da perseguire sempre e “per fortuna L’Italia ha un commissario come Paolo Gentiloni, che tutela gli interessi dell’Europa con una visione larga…” 


E poi mette nel mazzo anche Giorgia Meloni “che ha scelto Bruxelles per la sua prima visita ufficiale. Segnali che vanno nella direzione giusta.” Insomma, destra e, mi scuso ad usare la parola sinistra per Gentiloni, uniti per la difesa di un capitalismo europeo. “Vogliamo buttare via tutto?”, chiosa Tronchetti Provera. Cioè tutti gli affari che l’Europa unita può fare nel mondo? Interessante anche scoprire chi sia il Presidente di Pirelli: questi è un cinese, a capo di corporation di stato cinesi, che, secondo come tira il vento nel Partito Comunista Cinese, cambia e diventa perciò direttamente presidente di Pirelli, volente o nolente, dato che ne detengono la proprietà. 


Con Tronchetti Provera che guida la nave, sostenuta dalla Cina, cosa di cui Fabbrini si lamentava, la Cina, che reprime il suo popolo. La libertà che dobbiamo ricercare per i cinesi ci viene detto. Forse ci si dimentica che i cinesi sono un miliardo e quattrocento milioni. 


Che cosa sia un cinese poco sappiamo in effetti. Ma tant’è. Minoranze etniche, diversa collocazione geografica – in confronto la differenza Bolzano/Palermo fa ridere – ex colonie europee, Taiwan ecc. ecc. Il discorso sul “popolo cinese” è necessariamente molto articolato. Ma tant’è, in ogni caso: avanti con il capitalismo che più piace agli europei, e con slogan insulsi. 


Guardandosi in cagnesco l’un l’altro, gli imprenditori europei intendo, si criticano a vicenda, e criticano ogni azione di gruppi concorrenti o di stati che li supportano, che non vanno nel senso dei loro propri interessi particolari. Importante è non mettere troppi ostacoli al profitto europeo. Ed ecco un altro titolo che illumina le questioni, stessa sede: La Spagna tassa le banche e la Bce insorge. 


Mai mettersi di traverso. Poi tutto il resto non importa veramente; all’occorrenza il capitalismo è capace di inghiottire ogni cosa.


 E di espellerlo ben pulito, come profitto realizzato. Esattamente il contrario di quello che una normale assunzione-deglutizione-espulsione produce.



 

Antonio Gramsci oggi                                                                                                                  Dicembre 2022

 

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