LE CATENE DEL “LIBERO MERCATO”

 LE CATENE DEL “LIBERO MERCATO”

Il “libero mercato è il Verbo del pensiero globalista, il metro con cui si misura il grado di democrazia di un paese. Ma sono proprio i suoi predicatori a dimostrare quanto sia effettivamente libero. Emblematica la situazione dell’Italia. Mentre i prezzi di benzina e gasolio continuano a salire, provocando un aumento generalizzato del costo della vita pagato da tutti noi, NATO e UE ci proibiscono di acquistare il petrolio e i prodotti petroliferi libici che il Governo di Bengasi ci offre a prezzi stracciati. A Bengasi – mostra Michelangelo Severgnini nel documentario trasmesso da Byoblu il 12 dicembre - la benzina costa alla pompa 3 centesimi di euro al litro, circa 60 volte meno che in Italia.

Ci viene allo stesso tempo proibito di acquistare il gas che la Russia ci offre a prezzi estremamente inferiori rispetto a quelli che paghiamo in base alle quotazioni determinate dalla Borsa di Amsterdam, controllata da un potente gruppo finanziario statunitense. L’entrata in produzione di un nuovo giacimento di gas nella Siberia occidentale, con una capacità di oltre 320 miliardi di metri cubi di riserve recuperabili, porta a un livello record la produzione russa di gas.

La Russia esporta sempre più il suo gas a basso prezzo in Cina, India e altri paesi asiatici, data l’impossibilità di esportarlo in Europa. L’Unione Europea si sta muovendo per bloccare, dopo il sabotaggio del Nord Stream, l’unico gasdotto che ancora porta in Europa gas russo, fino in Ungheria e Austria, attraverso i Balcani. Nel vertice a Tirana tra la UE e Balcani Occidentali, la Ursula Von der Leyen ha dichiarato che i paesi di questa regione devono “uscire dal ricatto del gas di Putin”, ossia bloccare l’arrivo del gas russo in Europa attraverso i Balcani. “I Balcani Occidentali - ha ingiunto la Von der Leyen con tono minaccioso – “devono decidere da che parte stare: o con l’Unione Europea o con la Russia”. 

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