Si fa strada la cancellazione del diritto di sciopero. Il Governo ha paura....

La conflittualità nei servizi pubblici essenziali «resta alta», il grido di allarme arriva da Confindustria e dalla Santissima alleanza che tiene insieme sindacati, padroni e Governo.

Detto senza mezzi termini, lo sciopero del 16 Giugno nei trasporti e nella logistica ha fatto paura ai padroni, i numeri delle adesioni dimostrano che la partecipazione è stata massiccia e non minoritaria.

Hanno stancato con la storiella dei micro sindacati scarsamente rappresentativi che sacrificherebbero gli interessi collettivi per la loro visibilità. L'egoismo padronale produce una autentica falsificazione della storia, infatti non una parola viene spesa sulle ragioni dello sciopero.

Chiedere sicurezza nei trasporti, per autisti e utenti, è una rivendicazione minoritaria o l'esatto contrario?

Analizzare una giornata lavorativa media e confrontarla con quella di 15\20 anni fa è forse una lettura estremistica della realtà quando si dimostra l'innalzamento dell'età media dei lavoratori, la crescita dei carichi di lavoro e il deterioramento dei mezzi?

Prendere una busta paga per dimostrare la perdita del potere di acquisto è non solo un atto di coraggio ma la conferma che il sindacato rappresentativo è ormai definitivamente venuto meno ai compiti propri di un sindacato: difesa del potere di acquisto e di contrattazione a fini di tutela generale e non solo della propria rappresentanza sindacale

Nel paese cresce, seppure a macchia di leopardo la protesta, sono in piccolo aumento gli scioperi ma attenzione che da mesi a questa parte il Garante interviene per chiedere la revoca delle serrate individuando questa o quella ragione per cui non scioperare, un ruolo che non ricorda tanto il rispetto delle regole ma la continua pressione con la minaccia di sanzioni a carico dei partecipanti e dei sindacati promotori.

Dal Garante arrivano parole dure e inequivocabili, lui stesso si fa promotore di una revisione (in peggio) della normativa in ambito legislativo, il vero obiettivo è quello di impedire il «potere di proclamare uno sciopero nei servizi pubblici essenziali al raggiungimento di parametri di rappresentatività».

Ed ecco tornare in auge il famigerato Testo unico firmato da sindacati confederali e Confindustria (individua la soglia di rappresentatività del 5% come mix tra iscritti e voti alle elezioni alle Rsu).

Il prossimo obiettivo è estenderlo a parti significative del pubblico impiego e inserire, negli accordi sulle prestazioni indispensabili in caso di sciopero, alcune clausole che obbligherebbero la «comunicazione preventiva di partecipazione allo sciopero», giusto perché l'azienda possa correre ai ripari e non sospendere il servizio e in ogni caso trovare soluzioni che potrebbero essere lo straordinario piu' o meno mascherato, una diversa gestione dei turni, la sospensione dei riposi

La comunicazione preventiva è prevista anche dal testo base elaborato dalla commissione Lavoro del Senato, la Uil parla di sciopero virtuale e la cisl di immediata applicazione dell'accordo del Gennaio 2014. E intanto la lobby padronale soffia sul fuoco perché il Parlamento discuta e approvi una delle tante proposte di legge antisciopero in giacenza nel Parlamento.

Commenti