Contratti a tempo? Sorgono spontanee alcune domande...
riceviamo e pubblichiamo
LEGGENDO UN PO’ IN GIRO (utilizzando anche il Sole 24 ore)...... ci poniamo questa domanda.....
I contratti a termine che scadono entro agosto saranno rinnovati??
Circa novecentomila contratti a tempo determinato scadono ad agosto.
Cosa
succederà a seguito delle novità che dovrebbe introdurre il decreto
“dignità” annunciato dal ministro Di Maio? Nell’immediato avrebbe
l’urgenza di dare una risposta a quasi un terzo dei 2,86 milioni di
lavoratori attualmente impiegati con contratti a termine.
Tale
numero di contratti a termine, se si considerano quelli a scadenza fino
a fine anno, supererebbe il 1,6 milioni di contratti se si
considerassero tutti i rapporti a tempo determinato in scadenza per
quella data, circa il 57% del totale.
Se
sarà confermata l’ipotesi, per la quale non viene previsto un periodo
transitorio, le “nuove regole” potrebbero essere applicate a tutti i
contratti a termine dall’entrata in vigore del decreto “dignità”.
Se
realmente Di Maio agirà in tempi stretti gli effetti potrebbero vedersi
in tempi piuttosto rapidi visto che la maggior parte dei contratti a
termine ha una durata al di sotto dei 12 mesi: il 3% meno di un mese, il
20% tra 1 e 3 mesi, il 26% totale tra 4 e 6 e il 29% del tra 7 e 12,
secondo le ultime rilevazioni di Eurostat sull’Italia.
Dall’identikit
dei rapporti di lavoro in scadenza entro fine agosto emerge che il 26%
riguarda la pubblica amministrazione, il 18% l’industria e le
costruzioni, il 13% il commercio, l’agricoltura, 11,5% e il settore
ricettivo di alberghi e ristoranti (con oltre 100mila contratti in
scadenza) il 12% del totale. Questi ultimi sono «comparti ad alta
stagionalità del lavoro con flussi in entrata e uscita di dipendenti a
termine».
La
metà delle cessazioni riguarderà dipendenti residenti al Nord
(441mila), circa il 31% al Mezzogiorno (274mila), uno su cinque nelle
regioni del Centro. Le percentuali riflettono la maggiore presenza di
contratti a termine proprio nel Settentrione, dove è ovviamente più alta
la probabilità che si registri un numero elevato di scadenze.
Invece,
la dinamica di genere, che vede le donne leggermente penalizzate
rispetto agli uomini, è di 465mila unità la stima dei contratti a
termine in conclusione, circa il 52% del totale.
In prevalenza, poi, sono lavoratori giovani: il 47% under 35 e il 27% tra i 35 e 44 anni.
Se
si considera invece il profilo professionale e il ruolo ricoperto in
azienda, l’elaborazione di Datagiovani fornisce la fotografia di un
profilo medio alto, spesso accompagnato a un titolo di studio
universitario.
Ad
agosto scadranno infatti 266mila contratti che vedono coinvolti
dirigenti, tecnici informatici e scientifici e circa 400mila tra
impiegati, addetti specializzati nel commercio e nei servizi, o nel
campo dell’artigianato e dell’industria.
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