Enti locali:il pasticciaccio continua e delegittima la dinamica contrattuale e salariale

Enti locali:il pasticciaccio continua e delegittima la dinamica contrattuale e salariale

La Corte dei conti della Puglia ha dichiarato nulla la dichiarazione congiunta  sindacati - Aran presente nel contratto nazionale 2016-2018 delle Funzioni locali, quindi gli incrementi del fondo della produttività, che arriveranno solo nel 2019,dovranno rientrare nel tetto  di spesa relativo all'anno 2016. In questo modo ogni incremento contrattuale, anche se esiguo, non determinerà aumento alcuno del fondo della produttività .

Eppure gli incrementi stipendiali previsti dal contratto incidono nel determinare i differenziali economici e dovrebbero concorrere a incrementare il fondo integrativo superando il tetto di spesa del 2016. La Corte della Puglia ha avuto da eccepire al contrario della Corte dei conti a sezioni riunite che , dando il via libera alla ratifica del contratto, aveva implicitamente ammesso la legittimità della crescita del fondo pari a 83.20 euro per ciascun dipendente presente al 31 dicembre 2015 (eppure sarebbe stato logico prendere in considerazione il personale effettivamente in servizio al momento della stipula del contratto, ossia almeno al 31\12\2017).

Non si tratta solo di intepretare delle normative, il rinnovo di un contratto nella Pubblica amministrazione prevede, sempre piu' in linea teorica ormai, l'aumento degli stipendi rapportati ai livelli ma anche l'incremento del fondo della produttività che poi regola il salario accessorio (ribattezzato integrativo).
Le dichiarazioni congiunte sindacati e Governo vengono cosi' smentite dalla magistratura contabile e la sola strada percorribile parrebbe essere quella di tornare ai tavoli negoziali ma soprattutto servirebbe ben altro: cancellare i tetti di spesa e le politiche di austerità che impediscono l'aumento degli stipendi recuperando il potere di acquisto perduto.

Il pasticciaccio creatosi è figlio delle politiche di austerità, della pretesa che sia sufficiente una dichiarazione congiunta per superare gli ostacoli normativi. Ma in questo modo la stessa contrattazione sindacale esce fortemente ridimensionata, per risolvere il problema basterebbe ridurre le posizioni organizzative ma nel frattempo gli Enti le hanno incrementate  e si indirizzano verso la separazione delle Po dal fondo come previsto dal contratto .

Quali sono allora gli scenari futuri?
Sicuramente la strada percorribile sarebbe quella di porre fine a tetti e politiche di austerità ma dubitiamo che questo sia l'obiettivo dei sindacati complici. Non resta allora che ritornare ai tavoli di trattativa e trasformare la dichiarazione congiunta in parte normativa. In caso contrario, il rinnovo contrattuale non avrà alcun effetto sul salario accessorio e alla fine avremo una perdita salariale destinata ad accentuarsi negli anni futuri.
Ma il pasticciaccio appena descritto è l'ennesima dimostrazione che sono proprio i tetti di spesa a rappresentare una concreta minaccia per i lavoratori della Pa, vuoi perchè le assunzioni sono insufficienti e con il contagocce, vuoi perchè gli incrementi salariali decisi dal nuovo contratto sono ben al di sotto degli impegni assunti senza dimenticare che l'obiettivo della Magistratura contabile resta la riduzione del salario di secondo livello.

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