Accordo di pace o solo salvaguardia dell'immagine di Usa e Israele

  Benjamin Netanyahu ha annunciato martedì sera l'accettazione da parte di Israele dell'accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano

 

Ecco alcuni passaggi della conferenza stampa
 
“Faremo rispettare l’accordo e risponderemo con forza a qualsiasi violazione. Insieme, continueremo fino alla vittoria”, ha affermato Netanyahu.
 
“In pieno coordinamento con gli Stati Uniti, manteniamo la completa libertà militare di azione. Se Hezbollah dovesse violare l’accordo o tentare di riarmarsi, colpiremo con decisione”, ha affermato.
 
L’accordo in sostanza determina il ritiro dell'esercito di Israele dal Libano meridionale con le milizie di Hezbollah che arretreranno dal confine a nord del fiume Litani con il dispiegamento nell'area dell'esercito libanese 
L'accordo è stato voluto, se non imposto, dagli Usa nel tentativo di  deviare l'attenzione dal mandato di arresto della Corte Penale internazionale nei confronti di Benjamin Netanyahu, Yoav Gallant e Mohammad Deif per crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi nel conflitto a Gaza che dopo un anno rappresenta il tentativo del diritto internazionale, o di quanto ne resta, di acquisire parte della credibilità perduta nell'immane genocidio in Palestina
 
Questo accordo, sempre che venga rispettato, rappresenta il tentativo di pacificare l'area evitando il dilagare delle proteste nei paesi medio orientale a sostegno della Resistenza palestinese, non sarà comunque in grado di  affermare una pace giusta e riparatrice che avrebbe bisogno almeno di porre fine al colonialismo da insediamento

un approfondimento utile
https://scenarieconomici.it/gli-usa-ottengono-il-cessate-il-fuoco-fra-hezbollah-e-israele/
 
Nei prossimi 60 giorni Israele ritirerà gradualmente le sue forze e i civili che torneranno alle loro comunità ossia in aree devastate dalla guerra, senza lavoro, senza casa e alle totali dipendenze della comunità internazionale.
 
Biden tuttavia affermato che “Israele” “mantiene il diritto all’autodifesa” facendosi garante, con la Francia, per la attuazione dell'accordo.
 
Alcune domande sorgono tuttavia spontanee e tra tutte una: perchè arriva solo ora questo accordo quando già da mesi circolava una proposta palestinese ritenuta inaccettabile da Usa e Israele.
 
La proposta in questione prevedeva tra l'altro la fine delle ostilità militari in tutta l'area, la sospensione dei voli militari e di ricognizione , il ritorno degli sfollati nelle loro aree di residenza, la liberazione dei prigionieri e il ritiro israeliano da Gaza oltre ad aiuti umanitari per una popolazione allo stremo.
 
Ma in quella bozza di intesa gettata alle ortiche troviamo anche la revoca delle sanzioni adottate contro i prigionieri e i detenuti nelle carceri e nei campi di detenzione israeliani dopo il 7 ottobre 2023 e il miglioramento delle loro condizioni, il ripristino delle infrastrutture (elettricità, acqua, fognature, comunicazioni e strade) in tutte le aree della Striscia di Gaza e  le attrezzature  per rimuovere macerie oltre all’ingresso di forniture  per accogliere e dare rifugio agli sfollati rimuovendo ogni blocco dell'esercito israeliano attorno a Gaza.
 
Allora in attesa di conoscere il testo redatto in queste ultime ore, è possibile parlare di fine delle ostilità? Nutriamo seri dubbi al riguardo, pensiamo che sia interesse della Ue e degli Usa allentare la tensione attorno ad Israele, individuare nel Libano una sorta di zona di cuscinetto a salvaguardia israeliana presentando all'opinione pubblica internazionale un percorso di pacificazione che determinerà tuttavia la fine al genocidio del popolo palestinese o del colonialismo da insediamento.

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