Lavoratori usa e getta
Non è la prima volta, e non sarà l'ultima, che un lavoratore infortunatosi sul posto di lavoro, venga preso e portato lontano dal cantiere senza essere soccorso e ricevere cure tempestive. L' ultimo episodio è accaduto nel profondo Nord, nel Friuli Venezia Giulia, un operaio è stato abbandonato ad un distributore di benzina e si trova in ospedale in gravi condizioni. Il fatto di cronaca dovrebbe indurre a serie riflessioni sul lavoro nero ormai diffuso in ogni area del paese e parte rilevante dell'economia italiana.
Il lavoratore, residente in altra regione, era probabilmente impiegato in un cantiere edile e dopo una rovinosa caduta dall'alto è stato allontanato da colleghi probabilmente impiegati anch'essi al nero, senza adeguate condizioni retributive, previdenziali e senza tutele.
Di cosa stiamo parlando?
Di lavoratori irregolari o sommersi ossia senza regolare contratto e per questo non registrati al Centro per l’impiego con tutte le relative conseguenze su INPS e INAIL.
Ogni datore di lavoro in teoria sarebbe tenuto ad inoltrare un’apposita comunicazione telematica Unilav entro le ore 24 del giorno che precede quello di avvio del rapporto. e in molti casi, anche in presenza di infortuni, la comunicazione tardiva mette al riparo la parte datoriale
Il DL 19 2024 prevede sanzioni per il lavoro nero che vanno da quasi 2000 a 46.800 euro per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego oltre 60 giorni di effettivo lavoro .
Sono esclusi tuttavia dalla sanzione i datori di lavoro domestico e i casi di omessa comunicazione di rapporti di lavoro instaurati con lavoratori autonomi o parasubordinati per i quali non sia avvenuta la comunicazione preventiva.
Una normativa del tutto inadeguata che prevede sanzioni e non la chiusura immediata delle attività senza mai avere previsto nel codice penale dei reati punibili con pene severe e la revoca immediata di ogni concessione.
Se poi il lavoratore infortunato è un migrante non scatta immediatamente la concessione del permesso di soggiorno come dovrebbe avvenire in un paese civile.
La normativa italiana è fin troppo accomodante con la parte datoriale, nel 2021 si parlava di una economia sommersa da 192 miliardi di euro stando ai dati Istat che evidenziano un aumento annuo del 2,5 per cento.
Impiegare dei lavoratori, o delle lavoratrici al nero, è ormai una realtà sempre più diffusa con parti datoriali mai perseguite. Eppure parliamo di una economia occulta che dovrebbe essere avversata e combattuta.
Il capitalismo italiano da sempre parla di emersione dal lavoro nero ma nel fatti il nero non è mai stato combattuto anche grazie ai mancati controlli (il numero degli ispettori è del tutto inadeguato) e da normative compiacenti.
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