In sciopero anche per sostenere il popolo palestinese

 Lo sciopero del 29 Novembre è stato convocato contro la Manovra di Bilancio del Governo, per l'equità fiscale e al fine di restituire dignità e potere di acquisto ai salari e alle pensioni.



Ma tra le rivendicazioni dello sciopero vi sono anche altri aspetti che in questi ultimi giorni abbiamo tralasciato non certo per disattenzione ma per spiegare alla forza lavoro che la situazione economica e sociale è preoccupante e le ricette governative non faranno che acuire le contraddizioni e le criticità legate all'occupazione, alla tenuta dei salari, alla tutela di sanità e istruzione pubblica.

Emblematici sono i riferimenti alla involuzione autoritaria dello stato con il ddl 1660, i continui interventi del Governo per limitare l'esercizio dello sciopero e la economia di guerra che colpisce i salariati.

Il cessate il fuoco in Medio Oriente viene accompagnato da nuove incursioni militari dell'esercito israeliano in Libano e a Gaza, solo nelle ultime ore sono centinaia i civili uccisi dai bombardamenti.

Le dichiarazioni televisive del Ministro degli esteri dimostrano il ruolo attivo del Governo italiano nel sostegno ad Israele anche in aperto contrasto con quanto resta del diritto internazionale.

La militarizzazione dei territori, gli investimenti comunitari e nazionali in armi e produzione di tecnologie duali sono un segnale preoccupante per i lavoratori e le lavoratrici come desta rabbia, e non certo rassegnazione, la politica estera italiana favorevole a Israele e alla Nato.

Nelle piazza del sindacalismo di base le istanze del popolo palestinese, la condanna senza remore del genocidio, avranno apri dignità al pari di tutte le altre rivendicazioni sociali e salariali alla base dello sciopero Generale.


CUB PISA

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