Educazione e cambiamento, tra capitalismo e neoliberismo e fascismo

 

Educazione e cambiamento, tra capitalismo e neoliberismo e fascismo

 

di LAURA TUSSI

 

Il ruolo dell’educazione nel contesto del cambiamento.

In un contesto segnato dalla globalizzazione neoliberista che si rende portatrice dei disvalori del fascismo veicolati anche tramite i mezzi di comunicazione di massa, i popoli si agitano tra l’angoscia e la speranza, senza aver ottenuto una risposta alle aspirazioni suscitate dalla modernità occidentale.

 

La problematica educativa contemporanea si trova in un punto in cui convergono fattori storici e sociali molteplici.

In questo inizio del nuovo millennio non ci troviamo in un’epoca di cambiamenti, ma piuttosto in un cambiamento di epoca.

Ogni aspetto della vita del pensiero è stimolato da nuove congiunture e interrogativi. In questa cornice di grandi cambiamenti sulla scena mondiale, in un contesto segnato dalla globalizzazione neoliberista, i popoli si agitano tra l’angoscia e la speranza, senza aver ottenuto una risposta alle aspirazioni suscitate dalla modernità occidentale e senza un chiaro orizzonte per il futuro.

La globalizzazione ha sempre accompagnato l’espansione del sistema capitalista e neoliberista e fascista, ma anche nell’attuale contesto neoliberista questo processo ci porta verso un mondo di valore in cui la competizione e il mercato si delineano come riferimento principale, convertendosi in produttori di nuovi significati e in costruttori di nuove soggettività, cosa che ha una relazione diretta con gli sforzi e i significati.

Ecco che significa 'Educazione', in un momento in cui soffriamo in maniera evidente degli effetti del modello capitalista in termini di devastazione del pianeta: crisi energetica, crisi climatica, riscaldamento globale, crisi alimentare, aumento delle disuguaglianze sociali, rischio sempre più imminente e reale di guerra nucleare.

Sono costanti i cambiamenti nelle concezioni delle strategie dei sistemi educativi, nel tentativo di adeguarsi all’idea di base che l’educazione e la conoscenza sono fattori indispensabili per il nostro sviluppo, ma senza che questo comporti significativi risultati del miglioramento delle condizioni delle popolazioni.

Nei decenni scorsi, le riforme neoliberiste imposte dagli organismi finanziari internazionali hanno acquisito i vecchi problemi producendo una spaccatura nelle strutture educative aumentando le iniquità educative e favorendo l’edificazione di un sistema educativo piramidale.

Dopo l'omicidio di Allende e la vittoria di Pinochet e l'avvento dei Chicago Boys, con il trattato tra Reagan e Tatcher e con il supporto di Wojtila, si apre spazio al neoliberismo più sfrenato che conduce alla fine dell'utopia comunista. Il neoliberismo che depaupera lo stato sociale nelle singole nazioni, ma soprattutto a livello globale in tutto il mondo con tagli drastici alla sanità e all'istruzione pubblica e alla cultura e a tutti i servizi sociali per il popolo e volti anche ai meno abbienti come risorsa esistenziale e di sopravvivenza.

Così, a partire dalle condizioni caratteristiche del nostro contesto, ci troviamo di fronte a una delle principali preoccupazioni degli ultimi decenni: definire quale ruolo gioca l’educazione nell’attuale contesto internazionale.

Quali dovrebbero essere gli scopi e gli obiettivi principali? e che genere di conoscenze e abilità saranno necessari per far fronte ai problemi e alle sfide delle nuove situazioni che vanno sviluppandosi a un livello tanto locale quanto globale? quale ruolo dell’educazione in tale contesto è contraddistinto dal cambiamento?

A queste domande prova a rispondere il rapporto elaborato per l’UNESCO della commissione internazionale sull’educazione per il XXI secolo che inizia con l’esporre come di fronte alle sfide attuali l’educazione rappresenti uno strumento indispensabile affinché l’umanità possa avanzare verso ideali di pace, libertà, giustizia sociale, affrontando e superando le tensioni tra il globale e il locale, tra l’universale e l’individuale, tra tradizione e modernità, tra il bisogno di competizione e la preoccupazione dell’uguaglianza e di opportunità e l’espansione delle conoscenze. Oggi più che mai questa situazione richiede un ripensamento del nostro modello educativo.

E' un approfondimento di fattori sostanziali che possono costituire una proposta educativa alternativa al di là delle sue forme, delle sue modalità. Sono necessari una ricerca e la riflessione attorno ai fondamenti filosofici, politici e pedagogici del nuovo paradigma educativo che orienti gli sforzi diretti alla trasformazione sociale e alla formazione integrale delle persone di fronte alla costruzione di nuove strutture sociali e nuove relazioni tra le persone basate sulla giustizia, l’uguaglianza, la solidarietà e sul rispetto per l’ambiente riconoscendo che l’attuale modello di società porta con sé elementi universalizzabili.

In questo passaggio di millennio la relazione tra educazione e cambiamento sociale e l’importanza di un’azione etica e politica e pedagogica coerente non si pone solo come tema di analisi  e studio, ma anche come un’esigenza teorica e pratica decisiva. Si tratta di rispondere di fronte alla costruzione di una cittadinanza globale, alla domanda: di che tipo di educazione abbiamo bisogno e per quale tipo di cambiamento sociale?

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