Ecopacifismo e Terrestrità
Il Manifesto presenta
Il Manifesto: Ecopacifismo e Terrestrità
di LAURA TUSSI
Nostro dovere è tutelare e salvaguardare dalle minacce
che incombono sul pianeta, l’intera storia dell’umanità, giusta o sbagliata che
sia, i suoi progressi, le sue fasi storiche perché l’essere umano probabilmente
è l’unico essere raziocinante che è ospitato dalle infinite galassie del cosmo
e di questo trattava anche l’astrofisica Margherita Hack
Il Manifesto: Ecopacifismo e terrestrità
Rete per l’educazione alla terrestrità
La Terra non sarebbe “bene comune” dell’Umanità, al contrario l’Umanità
verrebbe concepita come “bene comune della Terra”. La società sarebbe elemento
vivo componente della complessità relazionale di cui è costituito l’unico
ecosistema globale che ci ha originato e ci sostenta. Il “benicomunismo”
sarebbe allora ribaltato nel significato e nel suo senso, se fosse valido
l’assunto che il libro “Memoria e Futuro” pone alla base della rivoluzione
culturale della “terrestrità”. Il concetto che l’Umanità appartiene alla
Terra e non viceversa, nella sua nuova interpretazione, ben oltre il sentimento
“antico come le montagne”, è dovuto a una intuizione, riprendente la concezione
ancestrale dei popoli indigeni. In un certo senso, si tornerebbe alle tesi
giovanili del Marx dei Manoscritti economico-filosofici del 1844: compito della
Storia sarebbe un movimento comunista “per la piena umanizzazione della Natura,
e per la piena naturalizzazione della società umana”.
Con il libro Memoria e futuro, edito da Mimesis edizioni, a cura di
Fabrizio Cracolici e a chi scrive, Laura Tussi, con i contributi, tra
molti altri, di Moni Ovadia, Vittorio Agnoletto, Alex Zanotelli, si sta
dando vita a una vasta rete di attivismo ecopacifista con il
progetto rivoluzionario di Educazione alla terrestrità
che prende le mosse da associazioni affiliate a ICAN -campagna
internazionale per l’abolizione delle armi nucleari premio Nobel per la pace
2017.
In particolare collabora, con la capofila Disarmisti esigenti, WILPF
Italia, insieme ad altre associazioni italiane, affiliate alla Carta della
Terra UNESCO, per avviare, appunto, la “Rete di educazione alla terrestrità”.
Si tratta di sviluppare il lavoro culturale, argomentando che l’Umanità è una
sola e appartiene alla Terra, è un sistema vivente unico e integrato, nel
fondamento al lavoro politico che faccia riconoscere pienamente tale verità dal
diritto internazionale: ciò che può essere considerato la nonviolenza efficace.
Si parla, titolo del libro, di “Memoria e futuro”, perché dalla
memoria del passato e dalla Resistenza partigiana antifascista, partendo dai
moniti dei partigiani Hessel e Morin e dal pensiero della complessità, si
arriva al “diritto alla pace”.
Il diritto alla pace consiste nei grandi progressi del diritto e nel lungo
percorso dell’ordinamento internazionale che, a partire dalla dichiarazione
universale dei diritti umani del 1948 e dalle costituzioni nate dalla
resistenza antifascista, arriva oggi al TPAN/TPNW – trattato Onu di proibizione
delle armi nucleari, alle Cop per il clima, all’agenda ONU 2030.
Oggi in particolare l’obiettivo è di inserire il disarmo nel percorso delle
COP per il clima ed un banco di prova di questo sforzo è quello che si
riuscirà ad ottenere in questo senso alla conferenza ONU di Glasgow il prossimo
novembre.
Chi scrive ha contribuito a Memoria e futuro con un intervento pedagogico
ed uno etico. E’ mia ferma convinzione che siamo figli della cosmicità e
delle stelle e questa nostra appartenenza a Madre Terra non
deriva da basi mitologiche come nelle narrazioni degli antichi popoli
indigeni, ma da presupposti scientifici contenuti nell’evoluzionismo delle
specie di matrice darwiniana e da tutto l’impianto delle scienze della
Natura. Per questo l’educazione alla terrestrità, a mio parere, è il nuovo
ecopacifismo, in quanto come specie di esseri viventi
raziocinanti e senzienti abbiamo una precisa
responsabilità nell’infinità senza tempo dell’immenso universo cosmo.
Il nostro dovere assoluto è quello di tutelare Madre Terra dalla catastrofe
e dall’apocalisse nucleare e dalle minacce ecologico-climatiche e
dell’ingiustizia sociale.
Per questo il diritto internazionale deve dotarsi di un diritto alla pace e
al disarmo per scongiurare la fine incombente del nostro esistere.
E il nostro dovere è tutelare e salvaguardare l’intera storia dell’umanità,
giusta o sbagliata che sia, i suoi progressi, le sue fasi storiche perché
l’essere umano probabilmente è l’unico essere raziocinante che è
ospitato dalle infinite galassie del cosmo e di questo trattava anche
l’astrofisica Margherita Hack di cui recentemente abbiamo ricordato
l’anniversario della scomparsa.
Articolo su Il Manifesto:
https://ilmanifesto.it/ecopacifismo-e-terrestrita/
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