Corrispondenza da Firenze (in piazza per la Palestina)
Il 5 ottobre è stato fatto un uso sistematico della repressione preventiva, meccanismo ormai sempre più diffuso tra fogli di via, controlli e respingimenti di bus carichi di manifestanti, percorsi obbligati nei cortei al fine di escludere presenze attorno ai palazzi del potere. Centinaia di uomini e donne sono stati identificati, si parla di oltre 1600 casi, circa 250 tra fogli di via e allontanamenti dalla città, un arresto e tre denunciati a piede libero.
Il 5 Ottobre è stato lanciato un messaggio molto chiaro in termini securitari e repressivi anche in rapporto alla piattaforma della manifestazione, alla sua radicalità nelle parole d'ordine, al collegamento tra il sostegno al popolo palestinese e la lotta al ddl1660.
Il prossimo 30 Novembre ci saranno due piazze a Roma, una in continuità con la giornata del 5 Ottobre, un'altra promossa da varie forze che in questi mesi facendo finta di ignorare le ragioni della profonda divisione esistente tra i palestinesi.
Del resto la manifestazione del 12 Ottobre nasceva in aperta contrapposizione alla piazza del 5 Ottobre raccogliendo adesioni anche tra quanti sono legati strettamente all'Autorità nazionale Palestinese.
Oggi siamo stati a Firenze come No Camp Darby attraversando le vie del centro storico insieme a centinaia di solidali con la Palestina, era per noi scontato il sostegno a questo appuntamento che teneva insieme la lotta al ddl 1660 con la solidarietà attiva verso la Resistenza del popolo palestinese al genocidio di cui è vittima.
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