L'ignoranza che fa vincere
L'ignoranza che fa vincere
di Tiziano Tussi
Trump ha vinto le elezioni negli USA per la carica di Presidente dello stato. Vediamo alcuni motivi dato anche che la sua vittoria ha sfondato molti steccati con 315 grandi elettori che lo hanno raggiunto. Il sistema elettivo negli States è molto diverso dal nostro. È una democrazia diretta per modo di dire. Infatti, si eleggono i grandi elettori dei 50 stati più il distretto federale che comprende la capitale Washington, che poi si riuniranno per votare il rappresentante del partito che ha vinto in quel territorio.
Insomma, se i voti nello stato vanno ai repubblicani
in teoria quei rappresentanti eletti, diversi per ogni stato, in relazione al
numero degli abitanti dovrebbero andare al partito che ha vinto. Infatti, non
c'è obbligo alcuno per loro di votare il rappresentante del partito vincitore.
Ma in pratica si fa sempre così. I grandi elettori non sgarrano di certo,
tranne poche eccezioni, accadute nel tempo. Insomma, un'elezione con passaggi
tormentati.
Ora le leggi stanno disponendo per superare questa
incongruenza, tutt'ora però ancora in funzione almeno parzialmente.
Arriviamo al giorno d'oggi. Da un giudizio recente
sullo spirito degli USA: Ma soprattutto colpisce l'analogia con l'Italia del
Ventennio che da paese democratico diventò tanto rapidamente fascista e
repentinamente fece di Mussolini un semi-dio. Pressappoco quello che sta
succedendo negli Stati Uniti: ancora oggi, Trump, gran bugiardo e narcisista,
poco intelligente e inventore di cospirazioni finte di ogni tipo, ha il
sostegno di circa il 40
percento degli americani. Lo storico e premio
Pulitzer David Kertzer - La Stampa, 1° settembre 2020.
Questo un giudizio di quattro anni fa. Ora quella
percentuale è aumentata di molto. I motivi? Vediamo di elencarne qualcuno. Il
primo su tutti l'ignoranza del popolo statunitense in ordine a troppe questioni
che non siano solo l'immediato backyard di casa. Il proprio cortile. Eccone una
chicca tratta da un sito di destra fondato a Chiavari anni fa, nel 2008.
"Nel corso di una sua recentissima (1997) visita all'America 'Latina', il
presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, ebbe a dichiarare che gli dispiaceva
moltissimo il non avere studiato il latino a scuola, perché altrimenti avrebbe
potuto parlare loro (ai suoi interlocutori 'latinoamericani') nella loro
propria lingua." Centro Studi La Runa
Un altro di altra derivazione. "Lapidario il giudizio del National
Geographic, che definisce "allarmante" l'ignoranza dei giovani
americani in geografia, ed esprime preoccupazione per le conseguenze e per il
progressivo declino della materia nelle scuole. "Eppure la conoscenza
geografica è ciò che ci permette di legare persone, luoghi ed eventi",
spiega John Fahey, Ceo della società. "E' così che diamo senso al
mondo". (www.uonna.it)
Perché gli americani sono ignoranti in geografia. Solitamente c'è un
intervistatore che ferma una persona per strada e le fa semplici domande su
capitali o bandiere, o chiede di elencare tre paesi che iniziano con una certa
lettera. Tra questi video quelli che diventano più popolari sono quelli in cui
le persone non sanno rispondere o danno risposte assurde a quesiti molto
semplici: cosa che non è rara, soprattutto quando gli intervistati sono
statunitensi. www.ilpost.it (2
febbraio 2023)
Nonostante o forse proprio a causa di questo dato le
elezioni appena tenute sono state tra le più partecipate del secolo. Non le più
partecipate ma ci si avvicinano molto con il 65% degli aventi diritto che hanno
votato. Percentuale oramai lontana anche da noi.
Interi spezzoni di proletari non statunitensi, proletari USA, poveri
economicamente e socialmente, di ogni età, hanno votato per Trump, un uomo
ricco che ha come sostenitore l'uomo più ricco del mondo ed altri accoliti,
comunque molto facoltosi ma che appariva loro come l'argine verso la marea di
poveri derelitti come loro ma che vogliono entrare negli States ora, dopo che
sono arrivati loro. Fenomeno da noi ben conosciuto soprattutto nell'era di
Berlusconi. Trump ha acceso simpatie da parti politiche e sociali impensabili.
Ma passiamo oltre. Dalla presentazione del libro di Tom Nichols La
conoscenza e i suoi nemici - Luiss University press giugno 2023,
leggiamo: il popolo decide i suoi rappresentanti e i suoi sovrani. O meglio, è
il popolo stesso che diventa sovrano. Non più sacerdoti, né filosofi,
né grandi sapienti illuminati, ma solamente coloro che ottengono il
sostegno della moltitudine rappresentativa di uno Stato. Ma cosa succede quando
l'individuo comune può arrivare a contraddire lo specialista di un determinato
settore senza che tutto questo comporti uno scandalo, almeno sul piano
gnoseologico? Una esaltazione dell'orizzontalità degli uomini porta ogni
individuo a considerarsi uguale ad un altro. Quindi tra l'ignorante e il colto
non vi è più differenza. Una tendenza a vedere di cattivo occhio i competenti,
i tecnici, coloro che ne sanno di una specifica area del sapere.
Lo stesso atteggiamento potrebbe essere alla base di quella tendenza odierna a
discriminare ogni forma di competenza e specializzazione
in America, ogni singolo individuo viene posto sullo stesso piano
degli esperti, anche in ambiti che non gli competono: c'è il mito dell'uomo
comune che può fare di tutto con la sua sola semplice volontà e libertà.
Il cinema hollywoodiano è pieno di padri di
famiglia che diventano eroi e scoprono un potere nascosto e celato dalla loro
lineare tranquillità borghese un fenomeno che sta largamente prendendo
piede negli States: medici, professori, professionisti, specialisti, insomma,
non sono più riconosciuti come i detentori di competenze specifiche a cui
affidarsi, ma sono diventati odiosi, perché elitari e verticalizzati.
Scompongono il
modo di vedere orizzontale del popolo, rivendicano una differenziazione.
Gli americani sono arrivati, secondo Tom Nichols, a
considerare l'ignoranza, e soprattutto su ciò che riguarda la
politica pubblica, una vera e propria virtù.
Un esempio nostrano. Alcuni video da "il
milanese imbruttito" riportano interviste fatte a caso, domande
semplici a chi passa. Ad una di queste, ignoranza o conoscenza, il tizio
risponde, ignoranza alla grande.
Insisto su queste tematiche perché l'andazzo
capitalistico negli USA non va male. Sarebbero potuti andare avanti ancora così
con un Presidente a bagno Maria nelle pastoie degli affari così come sono ora.
Ma evidentemente gli aspetti sociali che covano sotto la cenere si sono fatti
sentire. Perciò gli schiavi moderni che permettono al capitale di rifulgere
hanno preferito suicidarsi piuttosto che continuare in una bonaccia che non
permetteva loro che una vita di miseria sociale. Con Trump almeno vi è la speranza
di un cambiamento, in qualsiasi direzione.
Almeno così a loro sembra. Del resto, ricordiamoci di
Silvio Berlusconi e del suo milione di posti di lavoro. Per presa diretta: in
alcune aree di miseria in Sardegna Berlusconi si prese moltissimi voti da parte
di elettori poveri e/o disoccupati.
Ecco alcuni motivi per cui Trump ha vinto. Altri
ricadono totalmente sulle spalle dei balbettanti politici di sinistra, made in
USA, che credono basti mettere davanti alle masse esempi di bengodi del bel
mondo per poter imbellettare la violenza del capitalismo statunitense. Ricordo
anche lo spettacolo messo in piedi al momento dell'assunzione al cielo di
Biden, quattro anni fa circa.
Con la presenza
di una, diciamo così letterata, molto giovane che lesse un poema che poi fece
il giro del mondo, tradotto anche in italiano. Inutilmente. Lady Gaga, Jennifer
Lopez e, appunto Amanda Gorman con la sua Il colle che scaliamo, The
hill we climb, leggendo molto teatralmente i versi del suo poema, con un
cappottino giallo firmato Prada.
Non è un particolare da poco. Per il resto il potere
negli states lo detengono i grandi finanzieri e, da un po', i padroni del mondo
virtuale. Non per niente dietro a Trump c'è Musk. Aspettiamo comunque i primi
passi del nuovo presidente degli Stati Uniti.
Da www.resistenze.org -
popoli resistenti - stati uniti - 12-11-24 - n. 914
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