I ripensamenti capitalisti sulla Unione Europea

La posizione europeista dei capitalisti nel vecchio continente è risaputa ma non mancano dubbi, riletture e posizioni critiche perchè, al contrario di tanti politici, i padroni conoscono bene i limiti della Ue e da tempo parlano di ripensamento dell'impianto politico ed economico.

A poche settimane dalle elezioni europee la ipotesi di una vittoria sovranista si fa sempre piu' probabile, per questo i padroni stanno pensando a come porsi davanti ai mutevoli scenari politici, a modificare la cosiddetta governance .

Gli euro-convinti sono ancora maggioranza ma non mancano di indirizzare critiche ben definite alla UE, alle politiche monetarie per favorire invece un vero coordinamento tra le politiche economiche nazionali, a una strategia per contrastare le politiche dei dazi imposti dagli Usa o per affrontare insieme la sfida asiatica.

Sono in gioco interessi e affari colossali, non a caso in questi giorni arriva dalla Germania un appello per costruire maggiori ed efficaci interazioni tra le politiche nazionali

E cosi' ci imbattiamo in una lunga sequela di luoghi comuni elevati a summa del pensiero europeista tra il rilancio della cultura europea (una cultura variegata e difficilmente indentificabile in una sintesi), la scelta di affrontare i cambiamenti climatici (investimenti per produrre con minore impatto ambientale e investendo nella tecnologia verde avanzata),l'utilizzo della leva migratoria non per chiudere le frontiere ma per disciplinare i flussi migratori (e cosi' scegliere quali flussi favorire e verso quali paesi, un po' come accaduto con i profughi siriani verso la Germania), salvaguardare in parte il sistema sociale ma allo stesso tempo rivedere gli equilibri tra i paesi piu' forti per evitare le continue imposizioni di Berlino.

Il capitalismo europeo è quindi europeista ma sta guardando anche altrove consapevole che l'attuale impianto derivante da Maastricht abbia palesato limiti e contraddizioni non piu' sostenibili.

I padroni si preparano a sostenere i loro interessi alle elezioni del 26 Maggio senza chiudersi le porte per continuare ad interlocuire da posizioni di forza con i Governi nazionali, allo stesso tempo avanzano critiche e proposte per un nuovo patto della Ue che sia capace di salvaguardare gli interessi capitalistici del vecchio continente salvaguardandolo dalle insidie provenienti dagli Usa, dalla Russia e dall'Asia. I prossimi mesi ci diranno di piu' sugli indirizzi padronali e sulla loro rinnovata politica a favore della Ue

Commenti

  1. Molto ben pensato,interessanti questi delegati-lavorstori-infipandenti-pisa...mi ricordano l'acutezza critica del Potere Operaio pisano di oltre 50 anni fa...✊⭐

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