La Ragioneria dello Stato raccomanda gli Enti locali di approvare contratti decentrati all'insegna della disuguaglianza
Il tetto alle progressioni economiche va fissato al 50% del numero di
coloro che possono beneficiarne, è questo l'orientamento ormai diffuso nell'ottica di dividere ulteriormente il personale degli enti locali. Non sappiamo ancora quali saranno le conseguenze del nuovo sistema di calcolo del tetto del salario accessorio che include i fondi per
risorse decentrate, il lavoro straordinario e le posizioni organizzative.
Le indicazioni della Ragioneria dello Stato mirano non solo a contenere le progressioni orizzontali ma accrescere la stessa differenziazione della performance individuale spingendo il Collegio dei revisori dei conti a una maggiore sorveglianza sui contratti decentrati e sulla stessa costituzione del Fondo.
La circolare dice chiaramente che gli Enti dovranno adoperarsi per evitare che la maggioranza dei dipendenti possa, dentro un contratto decentrato, raggiungere la progressione, insomma non siamo piu' noi lavoratori e lavoratrici a decidere come spendere il fondo della produttività ma ci viene imposto da circolari, normative e indicazioni atte a creare disparità di trattamento e disuguaglianze.
Le amministrazioni saranno spinte ad applicare quel vincolo contrattuale che prevede di assegnare a una quota minima di personale una produttività maggiorata, ossia una performance maggiorata di almeno il 30%. E' questa la mostruosità resa possibile dall'ultimo contratto nazionale e che riprende quanto aveva in parte previsto la Riforma Brunetta. Chi, come Cgil Cisl Uil e sindacati autonomi, aveva parlato di superamento della Legge Brunetta non ha detto la verità, anzi hanno permesso un 'ulteriore iniquità nella attribuzione della performance.
Ma al peggio non c'è mai fine, infatti si dice chiaramente che i nuovi istituti contrattuali, decisi a tavolino e per favorire alcune categorie a discapito di altri, non dovranno accrescere la spesa di personale che resta soggetta ai tetti già noti. Quindi un contratto che ha portato pochi soldi introducendo al contempo meccanismi iniqui e divisori.
Le indicazioni della Ragioneria dello Stato mirano non solo a contenere le progressioni orizzontali ma accrescere la stessa differenziazione della performance individuale spingendo il Collegio dei revisori dei conti a una maggiore sorveglianza sui contratti decentrati e sulla stessa costituzione del Fondo.
La circolare dice chiaramente che gli Enti dovranno adoperarsi per evitare che la maggioranza dei dipendenti possa, dentro un contratto decentrato, raggiungere la progressione, insomma non siamo piu' noi lavoratori e lavoratrici a decidere come spendere il fondo della produttività ma ci viene imposto da circolari, normative e indicazioni atte a creare disparità di trattamento e disuguaglianze.
Le amministrazioni saranno spinte ad applicare quel vincolo contrattuale che prevede di assegnare a una quota minima di personale una produttività maggiorata, ossia una performance maggiorata di almeno il 30%. E' questa la mostruosità resa possibile dall'ultimo contratto nazionale e che riprende quanto aveva in parte previsto la Riforma Brunetta. Chi, come Cgil Cisl Uil e sindacati autonomi, aveva parlato di superamento della Legge Brunetta non ha detto la verità, anzi hanno permesso un 'ulteriore iniquità nella attribuzione della performance.
Ma al peggio non c'è mai fine, infatti si dice chiaramente che i nuovi istituti contrattuali, decisi a tavolino e per favorire alcune categorie a discapito di altri, non dovranno accrescere la spesa di personale che resta soggetta ai tetti già noti. Quindi un contratto che ha portato pochi soldi introducendo al contempo meccanismi iniqui e divisori.
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