Riparte l'attacco alle pensioni

Il documento di economia e finanza redatto dal Governo un mese fa torna a parlare degli scenari previdenziali e lo fa con la previsione di una spesa pubblica destinata ad aumentare andando oltre i tetti previsti da Maastricht.

I tetti di spesa sono ormai oggetto di analisi e discussione, non rappresentano piu' un tabu' per economie in difficoltà che stentano a contenere le proteste e i conflitti sociali, impossibilitate a rispettare accordi che prevedono spesso misure draconiane che nei segreti dell'urna si trasformano in cocenti sconfitte per gli esecutivi che le hanno approvate e messe in pratica.

La spesa pubblica italiana è in aumento e ovviamente analisi e Governo stanno guardando alle singole voci che la compongono nell'ottica di effettuare i tagli ove sia possubile. Per questo non solo si parla della ennesima spending review ma si torna a parlare di ridurre la spesa pensionistica in un paese dove le pensioni del futuro saranno basse per l'applicazione del sistema contributivo che in molti casi destinerà assegni al di sotto della soglia di povertà

Se guardiamo alla spesa previdenziale, la Francia spende decisamente piu' di noi, poco piu' della Germania ma i dati economici degli altri paesi europei sono migliori dei nostri. La differenza sostanziale sta nella previsione di spesa per il futuro, la quota 100 farà crescere la spesa previdenziale al contrario degli altri paesi dove invece la spesa per le pensioni diminuirà.

Dati alla mano l'Italia è tra i paesi Ue che spende di piu' per il sociale ma dentro i tetti di spesa, la campagna contro le pensioni ha tutto l'interesse a dipingere un quadro apocalittico parlando solo della contrazione di spesa che altri paesi stanno operando e prevedono per i prossimi anni.

L'obiettivo allora dei padroni, e non solo loro, è quello di rivedere la spesa sociale tagliandone alcune voci, per esempio quella destinata a sanità e pensioni o ai salari della pubblica amministrazione.

La spesa sociale in Italia è ferma al 23 per cento quando in Germania e Francia supera il 25 e il 24 per cento, al contrario il nostro paese continua ad essere quello che paga maggiori interessi per il debito e qui si aprirebbero lunghi discorsi sull'Euro. Il fatto allora che in Italia si continui a destinare una quota rilevante della spesa pubblica al pagamento delle pensioni spinge molti a chiedere una riduzione della spesa e soprattutto maggiore impulso alla previdenza integrativa.

Ma dati alla mano, è bene ricordarlo, non siamo in presenza di dati tali da far pensare che l'Italia stia sforando i tetti di spesa, per altro opinabili e iniqui, dettati dall'Ue, siamo solo davanti a una strategia mirante a tagliare alcune voci della spesa sociale particolarmente appetibili come dimostra il business di sanità e previdenza integrativa. E per farlo c'è bisogno di allarmare i lavoratori e convincerli ad accettare riforme che vanno contro i loro stessi interessi, ovviamente per il bene del paese e dei conti del Paese. L'ulteriore beffa ai danni di chi in 20 anni ha cisto aumentare in media di 5\6 anni l'età pensionabile e con un assegno diminuito del 15\20%.

Anche questi sono dati incontrovertibili, dati tuttavia che vengono mantenuti nell'oblio per manipolare coscienze e convincere i lavoratori a subire decisioni inique

Commenti

  1. Quando otterremo un bilancio vero, corretto dove la spesa previdenziale è tenuta distinta.da quella.assistenxxiale si vedrà che la spesa prevudenziale rispetto al Pil è all'11% e il settore orivato è in attivo, mentre l'ex inpdap è in profondo rosso

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