L'auto elettrica e i licenziamenti. Il caso Continental


 A seguire il comunicato del sindacato generale di base dopo la notizia di 500 esuberi negli stabilimenti Continental della provincia di Pisa da qui ai prossimi 9 anni

Il lavoro è il padre, la natura la madre di ogni ricchezza, a dirlo era K. Marx e i fatti gli danno ragione.
I 500 esuberi annunciati , da qui a 10 anni, negli stabilimenti Continental di Pisa e Fauglia sono il primo risultato dei cambiamenti produttivi, del passaggio dalle auto a benzina o diesel alle auto elettriche.
E questi cambiamenti, resi anche necessari dalla crisi climatica, rappresentano il terreno di scontro dei prossimi anni con intere produzioni da sostituire e tanti posti di lavoro che andranno perduti in attesa di essere sostituiti, ma solo in parte, in virtu' dei cambiamenti tecnologici.
Non saremo certo noi a mettere in discussione la necessità di produzioni a basso impatto ambientale ma i tagli annunciati inducono a riflettere sulla necessità di trovare un compromesso tra innovazioni, salvaguardia dei posti di lavoro e investimenti per crearne di nuovi. E questo compromesso sarà possibile se la classe lavoratrice avrà potere di contrattazione, sarà forte e combattiva, disposta a non subire decisioni dall'alto che salvaguaderanno i profitti sacrificando i posti di lavoro, senza investire gli utili non solo nella ricerca di moderne tecnologie ma con ripercussioni positive sull'occupazione. Sarà dirimente anche il ruolo dello Stato se farà investimenti e scelte strategiche, del resto l'auto elettrica ha bisogno di una vasta rete infrastrutturale  (le colonnine per la ricarica ad esempio) che in Italia sono ben poche.
La risposta ai licenziamenti non potrà essere quella classica, dei costi a carico dello Stato (quindi di chi paga le tasse), con incentivi per anticipare l'età pensionabile o il ricorso agli ammortizzatori sociali, non potrà essere quella di invocare sic et sempliciter la salvaguardia occupazionale ignorando i processi in atto.
L'auto elettrica ha bisogno di nuovi macchinari e linee produttive ma fin da ora sappiamo che comporteranno la riduzione del 60% della forza lavoro. La componentistica prodotta negli stabilimenti di Pisa e Fauglia diventerà presto inutile. Il cuore della ricerca e dello sviluppo di nuove produzioni sarà concentrato in Germania.
Le scelte che Continental ha annunciato sono altre, l'industria meccanica sta rallentando in tutta Europa e la ricerca di tecnologie green si fa ogni giorno sempre piu' rilevante. Chi poi tarderà a investire nei mezzi elettrici, sarà costretta a tagliare produzioni e posti di lavoro e il nostro paese rischia la desertificazione industriale per l'assenza di investimenti pubblici e privati
Come avvenuto 30 anni si utilizza le moderne tecnologie o le  drammatiche emergenze ambientali per accrescere i profitti di pochi e la miseria di tanti.
Sgb\Cub è sempre piu' convinta che il ruolo del sindacato sia quello di farsi carico della innovazione tecnologia e produttiva senza subirne decisioni che poi rafforzeranno i profitti del grande capitale. I cambiamenti produttivi siano benvenuti ma da costruire con un compromesso sociale e l'investimento degli utili e dei profitti ai fini occupazionali e alla riduzione dell'orario di lavoro, in caso contrario la nuova era Green distruggerà solo posti di lavoro alimentando la precarietà lavorativa e sociale.
SINDACATO GENERALE DI BASE PISA


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