Corrispondenze da New York in tempi di Coronavirus

19 maggio 2020

Per combattere il virus, affidiamoci ai ricchi e ai padroni!

 

Negli Stati Uniti, nonostante il Virus sia arrivato in ritardo rispetto all’Europa, il governo di Trump è riuscito a farsi cogliere alla sprovvista e a copiare tutte le peggiori trovate dei vari paesi del vecchio continente. In particolare, nella furia di trovare soluzioni a problemi contingenti senza tralasciare idee e programmi per la post pandemia, si sono moltiplicati come funghi i comitati di esperti.

Mentre in Italia Colao e soci svuotavano di fatto da ogni ruolo il parlamento, che certo non pullula di menti brillanti o integerrimi servitori dello Stato, Trump metteva a capo di una task force preposta al reperimento di materiali medici fondamentali (tra cui i vitali respiratori) nientepopodimeno che suo genero, Jared Kushner.

Il giovane pupillo, costretto a interrompere immediatamente le estenuanti partite di polo online con i suoi amici ricchi, si gettava subito a capofitto nell’ardua ricerca di materiale protettivo e dei ventilatori sul mercato globale. Tra le sue prime misure spicca e la selezione di un ristretto numero di valorosi cavalieri tra gli amici suoi, ossia gestori di fondi di investimento e immobiliaristi. Chiamati irrisoriamente “i bambini” dai membri dell’Agenzia Federale per la Gestione Emergenze, si sono limitati a prendere qualche sola per svariati milioni di dollari in acquisti fantasma, prima di tornare alle loro lucrose occupazioni

Ma se Atene piange, Sparta non ride.

Anche Andrew Cuomo, il tanto elogiato governatore dem della Stato di New York, ha deciso di istituire il proprio comitato di esperti, per ripensare il futuro della Grande Mela e dell’intero Stato. Chi avrà mai scelto questo astro luminoso del firmamento politico liberal? Forse quei lavoratori essenziali che mandano avanti la baracca da due mesi a questa parte? Forse alcuni dei tanti che si pressano sulla metro o sui bus per andare allo sgobbo? Oppure il facchino licenziato da Amazon perché sceso in sciopero per il rispetto delle misure di sicurezza sul lavoro?

Ma siamo matti?!, I lavoratori essenziali sono buoni per un applauso in streaming, per una lacrimuccia in diretta televisiva e al massimo una pacca sulla spalla a emergenza finita. Poi, che tornino a dormire nei loro tuguri e a sfiancarsi per tirare a campare, mica vorranno davvero contare qualcosa?

E infatti nei circoli di esperti si accettano solo miliardari, possibilmente coinvolti nel capitalismo della sorveglianza. I fortunati, che bontà loro “consulteranno” il governatore gratis, sono Eric Schmidt, ex amministratore delegato di Google, Bill Gates, ex uomo più ricco del mondo e Michael Bloomberg, miliardario ex sindaco di New York evidentemente annoiato a giocare al solitario sul computer.

Visti i nomi, ci aspetta un futuro da distopia tecnologica, seguiti da telecamere, tracciati da sensori e consigliati da assistenti virtuali senza soluzione di continuità per il nostro bene.

Schmdt, dopo aver lasciato Google di cui detiene ancora 5 miliardi di dollari di azioni, fa il lobbysta e va in giro sostenendo che la Cina reprime più e meglio degli Stati Uniti utilizzando droni, chip e intelligenza artificiale. Mica gli Usa si vogliono far fregare da quelli là?

Bill Gates sta invece per superare Soros in vetta alla classificata dei più odiati dalle folle dei complottari sovranisti, e questo lo impegna non poco.

Il povero Bloomberg, dopo aver speso qualche centinaio di milioni di dollari in una fallimentare corsa per le primarie dem poi vinte da quel vecchio rimbambito di Biden, era triste e solo in una delle sue ville e una mano bisognava pure dargliela. Insomma, visto il calibro dei personaggi, i newyorchesi possono dormire sonni tranquilli.

In fin dei conti ce lo aspettavamo, che tutti i peana su cassieri e addetti alle pulizie fossero uno specchietto per le allodole mentre i soliti noti progettavano un futuro a loro immagine e somiglianza.

Ma siccome non siamo nati ieri e il sospetto lo avevamo, non vi abbiamo certo preso sul serio. E vi diremo di più, il futuro verremo a prendercelo, nelle piazze, nelle strade, in fabbrica, nei magazzini e negli ospedali!

 

Da New York

Lorenzo

Redazione pisana Lotta Continua


19 maggio 2020

La repressione è il vaccino: come New York reagisce al Covid.

 

Un ragazzo con una t-shirt bianca è disteso sul marciapiede, mentre tre poliziotti lo tengono fermo. Un agente cerca di ammanettarlo, uno gli preme la testa sul selciato con il ginocchio. Un terzo, in borghese, gli blocca le gambe, mentre attorno una ragazza grida, prova ad di aiutarlo ma viene allontanata in malo modo. Siamo a New York, nel mese di maggio 2020, e la vittima della polizia è un afroamericano. Il pretesto, questa volta, è il Corona Virus.

In tempi di Covid 19, in Usa come nel resto del mondo, la repressione non si è certo presa una pausa, ma è diventata a tutti gli effetti uno degli strumenti più utilizzati per la tutela della salute dei cittadini. Dimentichiamoci medici, infermieri, lavoratori dei supermercati, del trasporto pubblico e addetti alle pulizie: i poliziotti sono i veri protagonisti della pandemia.

Durante il lock-down, che a New York è stato impostato sin dall’inizio in modo più blando che in Italia (tutto chiuso ma con libertà di movimento e obbligo di mascherina quando impossibilitati a mantenere distanza di 6 piedi), l’NYPD ha avuto il compito di evitare assembramenti e di assicurare il rispetto delle norme sul distanziamento fisico.

Ovviamente non si sono occupati dello stabilimento Amazon di Staten Island, dove i lavoratori che protestavano per il mancato rispetto delle norme di sicurezza sono stati licenziati, né della salute dei conducenti dei mezzi pubblici (100 morti tra i lavoratori dell’azienda pubblica di trasporti). Hanno invece pattugliato gli alimentari di quartiere, i discount store e gli spazi pubblici frequentati prevalentemente dai meno abbienti.

Per l’NYPD è stato sufficiente il primo fine settimana di bel tempo a maggio per mettere a segno 40 arresti a Brooklyn per violazione dello stay at home: 38 vittime su 40 erano afroamericani o latini. Questa vera e propria persecuzione, documentata da numerosi video circolati sui social network e poi ripresi dalle Tv locali e nazionali, si contrappone alla mano felpata utilizzata dai poliziotti nei confronti dei giovani bianchi che dalle prime giornate di caldo hanno iniziato a riunirsi a Central Park oppure nei parchi lungo l’East River a Brooklyn. Anzi, in questo caso ci sono video che mostrano la polizia distribuire mascherine a chi ne era sprovvisto, il tutto a favore di telecamere e presentatori commossi per tanta bontà.

Nonostante le proteste di associazioni come Black Lives Matter, e la timida arrabbiatura del sindaco De Blasio, l’NYPD continua a seguire le dinamiche razziste e classiste che da sempre la contraddistinguono.

Queste condotte violente godono addirittura di una ulteriore fonte di legittimazione, subdolamente propagandate sia dai media liberal che conservatori: i poliziotti sono in prima linea nel combattere la pandemia, agiscono per il bene dei cittadini e il loro ruolo non può essere messo in discussione. La sola problematizzazione del ruolo della repressione nella lotta contro il virus vale la patente di “untore”.

Questo strabismo può essere colto in modo molto più chiaro attraverso le discussioni in atto sul prossimo bilancio della città di New York. La crisi economica, che si è sin da subito sovrapposta all’emergenza sanitaria, ha fatto inabissare le entrate fiscali della metropoli.

I primi tagli hanno riguardato i programmi di lavoro estivo offerti in genere a studenti e giovani di comunità svantaggiate. Si tratta di lavori stagionali, che occupano i giovani nella gestione dei campi scuola per bambini, nei musei, nelle biblioteche e nelle piscine comunali. Con la giustificazione dell’emergenza sanitaria, la stragrande maggioranza di questi programmi sono stati cancellati, tagliando un introito spesso essenziale per circa 150.000 giovani ragazzi e ragazze.

Sono state inoltre avanzate varie proposte per ovviare a 10 miliardi in meno di gettito fiscale, tutte all’insegna di un’austerità classista già sperimentata in Europa da un decennio: tagli a scuole pubbliche, riduzione numero insegnanti e personale ausiliario, tagli a programmi di sostegno alle comunità svantaggiate, chiusura di programmi di contrasto ambientale.

In tutto questo la NYPD, che ha un budget annuale di 6 miliardi di dollari (!!!), è al momento al riparo da qualunque tipo di tagli, nonostante da anni gli indici di criminalità siano in picchiata da anni. Per dare un’idea, nel 1990 a New York sono stati commessi 2.245 omicidi, nel 2018 solo 218; il numero di crimini commessi (Criminal Index) è passato negli stessi anni da più di 500.000 a meno di 100,000.

Se di tagli non si parla, il governo federale ha stanziato, nell’ambito del pacchetto di aiuti finanziari per affrontare la crisi del Covid 19, ben 820 milioni per preparare e armare le forze dell’ordine e gli agenti penitenziari alle minacce legate alla pandemia.

Mentre mancavano mascherine, igienizzanti e respiratori negli ospedali, il governo Trump ha promosso l’acquisto di droni e armi per combattere il virus!

Come dice Gianmaria Volonte’ interpretando il questurino al centro “un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, “la repressione è il vaccino buono per ogni stagione e ad ogni latitudine.

 

Da New York

Lorenzo

Redazione pisana Lotta Continua

 





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