Intervista ai lavoratori senza ammortizzatori sociali e buoni alimentari. Inchiesta nel pisano

Abbiamo intervistato alcuni lavoratori, attendono ancora gli ammortizzatori sociali o non sono riusciti ad accere ai buoni alimentari.Le interviste sono state raccolte da delegati\e sgb comune di Pisa


Donatella, 61 anni, lavora come colf al nero, una ventina di ore suddivise in 2 famiglie per uno stipendio di  600 euro mensili, ovviamente senza contributi. Donatella ha un figlio di 37 anni , separato con due figli a carico. Marco è in cassa integrazione, percepisce 700 euro ma questi soldi non sono ancora arrivati. Marco non ha potuto fare la domanda dei buoni alimentari la prima volta perchè Donatella ha una pensione di invalidità di 330 euro, 30 in piu' del limite previsto nel primo bando comunale di Aprile. Insieme hanno fatto la domanda a Maggio e attendono 300 euro. Donatella racconta che per 2 settimane sono andati avanti con una spesa di 70 euro, lei non lavora dal 10 Marzo, Marco ha lavorato fino al 18\3. " per due settimane ci siamo cibati di pasta e pomodoro, fagioli, lenticchie, un solo pasto di carne e le bollette della luce e del gas non pagate, E' questa una esistenza dignitosa? Faccio io il pane come una volta per risparmiare, lo stesso la pasta, le verdure sono accessibili, il pesce un lontano ricordo. Dovrei mangiare meno carboidrati e piu' pesce e verdure ma costa troppo. Mio figlio vuole tornare al lavoro anche senza sicurezza, deve pagare alla moglie e ai figli 450 euro al mese, paghiamo 300 di affitto, diteci voi come possiamo andare avanti. Essendo al nero non posso accedere agli ammortizzatori sociali.

Massimo, 40 anni, un contratto in una ditta di pulizie, fermo da Marzo e in attesa di cassa integrazione in deroga che la sua azienda ha inviato alla Regione Campania dove la ditta ha sede. "Sono da due mesi senza stipendio, non ci sono posti in altri cantieri, eppure pulizie, igienizzazioni e sanificazioni dovrebbero essere di vitale importanza. Hanno chiuso le due aziende dove lavoriamo e noi siamo stati messi a casa fino al 17 Maggio. La paura è che la ditta dove si fanno pulizie possa chiudere i battenti e noi perderemmo il posto" Come hai vissuto in queste settimane? "Chiuso in casa , come tutti del resto, con un fratello che ha  pagato una mega spesa, leggendo e guardando la tv. Il fis sta per arrivare, la ditta non ha anticipato l'ammortizzatore, i soldi non basteranno per pagare bollette, affitto e le 100 euro mensili dello scooter preso con  un pagamento di 3 anni. Ho chiesto aiuto alla Caritas per un pacco alimentare, non mi vergogno a dirlo

Adele, 32 anni, maestra in una cooperativa. Nonostante gli ammortizzatori sociali abbiamo continuato a lavorare alla didattica, la cooperativa è una forma di sfruttamento volontario, lo fai perchè ti senti in dovere verso i soci e verso i genitori. Ho un part time al 50%, vivo con il mio compagno e siamo andati avanti grazie al buono alimentare. Ma c'è chi il buono non l'ha avuto anche per poche decine di euro, poi vediamo dei commercianti che  invece lo percepiscono. I criteri decisi da alcuni Comuni non convincono, spero solo ci siano controlli non perchè voglia augurare il male ma perchè sono stanca di essere presa in giro. Intanto a nessuna cooperativa viene in mente di ripensare con il Comune la gestione diversa del servizio e farci tornare a lavorare in sicurezza e con il 100 per cento del misero stipendio

Micaela, 44 anni, lavora in una mensa che opera per un Ente pubblico. La ditta è una spa ma non ha anticipato il fis, io vivo con mio marito che è in cassa integrazione da prima del Covid 19, sapete quanto entra in casa con due  figli alle superiori? Tra me e lui se va bene si arriva a 1600 euro straordinari inclusi. Si vive grazie alla generosità dei genitori ma vi sembra possibile dopo quasi 20 anni matrimonio?  Il nostro vicino, Said, vive a Pisa da 20 anni e ne ha meno di 40, ha sempre lavorato ma viene escluso dai buoni alimentari perchè guadagna 800 euro con 4 figli e una moglie che lava le scale del palazzo per 147 euro al mese. Manco hanno tenuto conto dei carichi familiari, o se lo hanno fatto sono stati adottati criteri penalizzanti per i nuclei piu' grandi.

Ottavia 39 anni, una famiglia numerosa con 3 figli  e una madre pensionata. Io ho continuato a lavorare in smart working ma a casa con i figli è difficile, tra compiti, giochi e lavoro, cucinare e pulire inizio alle 730 e finisco la sera alle 23, anzi dopo cena i bambini vedono la tv e io lavoro. Lo smart working è una fregatura, non hai pause o potresti averle se non ti caricassero di fatture da controllare e di pratiche. Ho una sorella disoccupata che vive con la compagna. Hanno preso il primo buono alimentare ma il secondo no perchè uno esclude l'altro. Si danno da fare, portano pizze e lavorano come stagionali al mare, quest' anno non si sa quando inizierà la stagione e le pizzerie fino ad ora erano chiuse. Come andranno avanti? Non lo so, intanto la pensione di mia madre serve per aiutare noi e mia sorella.

Giovanni, 50 anni appena compiuti, musicista da piano bar al nero, i bar sono chiusi e non si mangia. 600 euro di bonus come lavoratore autonomo (la sua prima e vera attività) ma non ho visto ancora un euro. Pacchi della caritas, risparmi consumati e non ho avuto il buono perchè sul mio conto corrente ci sono, anzi c'erano fino ad oggi, sei mila 200 euro, i soldi arrivati dopo un anno per un lavoro eseguito e  nel frattempo mai pagato. Non solo la beffa di prendere i soldi  con 11 mesi di ritardo, quei soldi che in gran parte serviranno per pagare i fornitori  e sono la causa della esclusione del bonus. Pensare che al massimo sul conto ho avuto mille euro, un lontano ricordo ormai.

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