Il sovranismo dei datori di lavoro....
L'Italia non ha mai fatto i conti fino in fondo con il suo passato
fascista e coloniale, dubitiamo possa farlo con il presente.
Scettiicismo o realtà?
La settimana appena trascorsa si è chiusa con una nuova Circolare
Inail che ha liberato il campo da ogni equivoco in materia alle
responsabilità datoriali in caso di contagio e morte da coronavirus.
Il datore di lavoro sarà ritenuto responsabile solo qualora non
abbia adottato i protocolli anti Covid, sarà sufficiente avere adottato e
mantenuto le normative previste per essere esonerato da qualche
responsabilità civile e penale. Ma i protocolli sono stati sufficienti
ad evitare i contagi? Di questo Inail e Ministero non parlano e men che
mai i sindacati per i quali sottoscrivere contratti e accordi è
prioritario a prescindere dai contenuti degli stessi.
Nei luoghi di lavoro, anche quelli tenuti aperti nelle settimane di
contagio, pochi Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza provano a
dissentire dalla vulgata ufficiale richiamando l'attenzione sul fatto
che igienizzare e sanificare gli ambienti necessita l'incremento
sostanziale delle ore di pulizia rimettendo mano agli appalti in essere.
Come sia possibile assicurare sanificazioni adeguate mantenendo gli
stessi orari adottati per pulizie generiche non rientra tra i compiti
dell'Inail e forse neppure delle auorità asl o degli ispettorati del
lavoro.
L'obiettivo della canea mediatica scatenata dal padronato italiano
mira in realtà a rimettere in discussione non solo le regole vigenti in
materia di salute e sicurezza ma anche quei principi costituzionale che
parlano del diritto alla salute. Ma di questo i sindacati non hanno
parlato interessati solo a pubblicizzare i loro patronati per le cause
all'Inail dei contagiati o morti da Covid.
La crisi economica e sociale scatenata dal contagio puo' in teoria
rafforzare quelle stesse politiche liberiste e privatizzatrici che poi
sono responsabili di tante morti, parliamo dei tagli alla sanità e alle
Rsa, dei tagli agli organici negli ospedali o gli scandali di chi non
aveva neppure predisposto l'acquisto di dpi.
Non a caso il 2 Giugno scenderanno in piazza Lega e Fdi, il sei a
Roma è prevista una marcia delle tifoserie di estrema destra, la destra
politica, sociale ed economica prova a strumentalizzare la crisi
cavalcando il malcontento.
Difendersi dalla cultura di massa, dalla propaganda e dal
sovranismo in salsa neoliberista è necessario e possibile solo se
guardiamo alla sostanza dei problemi, se guardiamo oltre alla difesa
dello Status Quo come insegnava T. Adorno in una lezione di oltre 50
anni fa (oggi pubblicata da Marisilio: aspetti del nuovo radicalismo di
destra).
Già allora Adorno spiegava che il centro non aveva alcun timore ad
avvicinarsi alle destre, anzi finiva con l'essere risucchiato dalle
destre, un po' come sta accadendo con Forza Italia rispetto a Meloni e
Salvini.
E' ormai saltata quella alleanza tra democrazia liberale e partiti
nati dalla Costituzione, anzi l'assenza di memoria storica a sinistra ha
creato le basi per l'egemonia delle destre nei settori popolari
alimentando razzismo, xenofobia dietro ai quali si muove, come sempre ,
la politica liberista alle quali la destra sovranista è legata a doppio
filo.
Non si puo' allora difendere l'esistente senza guardare al passato e
al futuro, senza intercettare i bisogni reali dei sempre piu' numerosi
settori in crisi. Adorno, oltre 50 anni fa, guardava ai settori
contadini come quelli piu' inclini a favorire l'ascesa delle destre
nazi fasciste (e le sue parole sono state profetiche se pensiamo al
Fronte nazionale in Francia), oggi dovremmo fare uno sforzo analogo per
comprendere i bisogni reali delle classi sociali e schierarsi in termini
radicali a favore di quelle meno abbienti.
Il pendolarismo tra le ragioni dell'elite culturale, la retorica
europeista, il richiamo allo Statuto dei Lavoratori che la sinistra al
Governo ha semi distrutto, rappresentano un armamentario ideologico
destinato a soccombere visto che i padroni stanno già guardando oltre,
ai contratti di prossimità e alle gabbie salariali, al salario come
variabile dipendente dalla produttività individuale.
Pretendere verità e giustizia per i morti da Covid significa
rompere con le politiche dell'austerità e in questa ottica mobilitare
lavoratori, disoccupati e giovani, non farlo significa fare il gioco di
Confindustria e delle destre populiste che devieranno l'attenzione dai
problemi reali, per accaparrarsi simpatie anche nei settori devastati
dalle politiche liberiste che hanno sempre caldeggiato.
La flessibilità ideologica dei movimenti di destra avrà la meglio
sulla statica difesa dell'estente da parte dei sindacati confederali,
per i quali un ammortizzatore sociale significa silenzio assoluto sulle
stregie industriali e produttive delle aziende beneficiarie, sulle
politiche da queste intraprese.
Per queste ragioni, ha poco senso nascondersi dietro alla vecchia
retorica della sinistra, saremo spazzati via tutti senza avere
contrastato, con forza e coerenza, le politiche libeiste dei nostri
giorni. Non è tempo di ritirarsi sull'Aventino, è tempo di Ordine Nuovo
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