Sindacati , patronati e padroni : intervista a un Rls dopo la nuova circolare Inail

L’Inail aggiorna il rapporto sui contagi da coronavirus di origine professionale, stando ai casi denunciati siamo in presenza di un forte incremento con ben  43.399 casi, tra  fine febbraio e metà maggio. I morti registrati sono 172 e circa la metà riguarda il personale sanitario e socio-assistenziale.

Impunità per i datori di lavoro?

In questi giorni un brusco risveglio, quanti invocavano unità e concordia, il fronte unico contro il virus sono stati i primi a mettere una pietra tombale sui morti e sui contagi. Nei luoghi di lavoro i patronati dei sindacati confederali si fanno pubblicità per intraprendere le vertenze con l'Inail per il riconoscimento dell'infortunio sul lavoro in caso di contagio, un business a nostro avviso, o se preferite un servizio (a pagamento per capirci) che occulta posizioni arrendevoli rispetto alle responsabilità dei datori di lavoro . La offensiva di Confindustria , gli interventi di illustri professori di diritto avevano un obiettivo comune ossia escludere responsabilità civili e penali per i datori di lavoro, sarà sufficiente avere adottato i protocolli di sicurezza . Ma qualcuno va a verificare sul campo se quei protocolli sono stati realmente rispettati o se valgono solo sulla carta? E poi sono stati efficaci o solo uno schermo per giustificare l'apertura delle aziende nelle settimane di contagio? E sulle sanificazioni ed igienizzazioni nei luoghi di lavoro? Noi vogliamo la prova che siano sate incrementate le pulizie ma per farlo serve rivedere i capitoli di spesa e gli appalti e quasi nessuno, specie nel pubblico, lo fa. I managers pubblici sono stati silenti ma alleati di Confindustria perchè quella impunità riguarda anche loro soprattutto i vertici delle Rsa e delle aziende ospedaliere.

Vuoi spiegarti meglio?

Prendiamo l'art 2087 del codice civile, prevede l'obbligo da parte dei datori di lavoro di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici,  in un paese nel quale ci sono migliaia di infortuni all'anno e centinaia di morti sul lavoro pensiamo sia stato sufficiente questo articolo a tutelare salute e sicurezza?
Noi continuiamo a pensare che i protocolli non siano sufficienti a salvaguardare salute e sicurezza della forza lavoro soprattutto in assenza di interventi reali, di pulizie amplificate, di cambiamenti materiali n\dei luoghi di lavoro. La polemica sullo scudo penale dei datori di lavoro è fuorviante perchè in uno stato di diritto non si punisce qualcuno per sentito dire ma solo davanti a prove inconfutabili. quindi si mira direttamente a riscrivere le norme attuali per liberare i datori di lavoro da numerosi obblighi. Tutto si fermerà ai rimborsi Inail, i patronati e i loro uffici legali saranno i protagonisti della scena (raccattando tessere), si mercificheranno i contagi. Noi non vogliamo punire i datori di lavoro per odio di classe, ma siamo certi che la Magistratura si muoverà solo per i casi piu' gravi, quelli nei quali è ormai acclarata qualche responsabilità davanti a migliaia di contagi e centinaia di morti. E sono stati i cittadini e non certo i sindacati a impegnarsi di piu' per chiedere verità e giustizia, molti delegati della sanità che avevano denunciato carenza o assenza di dpi sono stati abbandonati, non una ora di sciopero è stata fatta a loro difesa, ai sindacati preme solo sottoscrivere protocolli, far rispettare norme in funzione dagli accordi sottoscritti, si comportano alla stregua di un ufficio legale lontano anni luce dai problemi reali che interpretano invece a loro uso e consumo, magari per rendere protagonisti non i lavoratori ma gli uffici del patronato

Il protocollo costituisce la sola condizione legale di sicurezza, rispettata la quale i datori saranno al sicuro da ogni accusa?

Sta qui il problema, i protocolli sono stati sufficienti e adeguati? Noi vediamo protocolli anche validi  ma allo stesso tempo siamo certi che la loro adozione sia servita a mantenere aperte aziende e magazzini dove i contagi sono avvenuti. E ora che i contagi sono assai diminuiti capita che in qualche Ente pubblico o azienda privata qualcuno si ammali nonostante i protocolli. Se non è scontato che si sia ammalato nei luoghi di lavoro è comunque acclarato che quei luoghi andrebbero sanificati in fretta e in modo accurato. Siamo certi che cio' accada o ci si limita a generiche norme?  In sintesi noi pensiamo che si siano adottate norme troppo generiche e sia avvenuto lo scaricabarile di responsabilità , nel pubblico impiego su dirigenti e posizioni organizzative (che stando a casa in smart spesso non hanno una idea precisa di chi sia al lavoro e delle condizioni reali di sicurezza), nel privato sui livelli piu' bassi aziendali. Non ci stupiremmo se tra qualche settimana si  dovesse imputare al singolo lavoratore responsabilità soggettive per non avere indossato i guanti o la mascherina magari perchè i ritmi di lavoro erano tali da essere incompatibili con il rispetto delle norme. E' questa la nostra paura fondata di una legge costruita ad uso e consumo dei padroni e dei managers pubblici. E non a caso i professori di diritto (che  pur lavorando per l'Università possono offrire consulenze a terzi) parlano di norme che hanno circoscritto la responsabilità datoriale, noi pensiamo a tal punto da rendere pressochè impossibile addebitare loro responsabilità nel 99 per cento dei casi. E i sindacati? Ridotti a patronati.

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