Si va parlando da tempo della centralità dello smart working
Nei paesi del Nord Europa è già presente da
anni, in Italia esiste una legge del 2017 per lo piu' inapplicata,
numerosi Enti locali hanno redatto i loro regolamenti di Ente
confondendo lo smart con il telelavoro. Quest'ultimo ha prevede
postazione fissa e rigidità orarie al contrario dello smart.
Il Decreto anticrisi ha trasformato lo smart nella modalità
ordinaria per i dipendenti pubblici ma non per il lavoro privato, almeno
per colletti bianchi e impiegati che potrebbero svolgere da casa le
prestazioni richieste. Ora il Ministero vuole accelerare sulla
flessibilità dell'orario per evitare gli assembramenti negli uffici ma
al contempo la Circolare 3 della Funzione Pubblica spinge per far
ritornare nei luoghi di lavoro lavoratori\trici appartenenti a uffici
che operano per conto delle imprese. Non avremo affollamento degli
uffici solo perchè gli Enti locali e la Pubblica amministrazione sono
impreparati a gestire la riorganizzazione degli spazi per la quale
servono comunque fondi.
Di sicuro, almeno per la Pa, si riorganizzerà la modalità in base
alle esigenze della cosiddetta Fase 2, è comunque ipotizzabile la
apertura degli sportelli pubblici per rispondere a cittadini e imprese e
qui i delegati alla sicurezza e gli Rsu non dovranno limitarsi alla
applicazione di protocolli generici che all'atto pratico non assicurano
una reale tutela della salute di cittadini e forza lavoro, dovremo
tutti\e essere vigili e inflessibili.
Puo' un Ente pubblico operare con tanti dipendenti in smart?
Si ma solo se investiamo nell'ammodernamento della Pa, nella
digitalizzazione reale di tanti processi, se investimenti come quelli
necessari per la formazione, le assunzioni, l'ammodernamento tecnologico
saranno finanziati dallo Stato ed esclusi dai tetti di spesa ancora
imperanti negli Enti locali. Abbiamo la forza lavoro piu' anziana
d'Europa, il tempo delle scelte è arrivato e non c''e da perdere tempo.
Avete quindi una visione positiva dello smart?
No, perchè la flessibilità oraria, giornaliera e settimanale, solo
in teoria è un vantaggio per la forza lavoro. La modalità smart è stata
pensata dal capitale per lavorare senza rigidità, su progetti ed
obiettivi e non con orari prestabiliti. Con lo smart vengono anche meno
le distinzioni tra i livelli e gli ordinamenti professionali, si puo'
lavorare di piu' e senza un euro di aumento.
Lo smart puo' presto trasformarsi nel nuovo cottimo, nel cottimo 4.0
per capirci, poi che sia stato utile per combattere la pandemia è un
altro discorso.
Si parla poi di doppi turni nelle scuole e nei luoghi di lavoro
Avranno, con la motivazione di dovere evitare
il sovraffollamento degli uffici pubblici, la scusa per imporre doppi
turni e una presenza nei luoghi di lavoro e a casa decisamente piu'
produttiva. E' solo questione di tempo per riorganizzare le modalità di
lavoro, alla fine a guadagnarsi saranno le Pubbliche amministrazioni e
lontano dai luoghi di lavoro sarà piu' difficile costruire conflitto
sindacale.
Secondo noi non è da escludere anche la revisione dei contratti
collettivi ed individuali, ad esempio i lavoratori part time hanno una
rigidità oraria che potrebbe venire meno, sempre con la motivazione di
evitare il contagio. E attenzione; i vari decreti non prevedono il
confronto e la contrattazione sindacale, i contratti di settore poi
hanno con il tempo ridotto le materie di contrattazione.
Cosa succedera ?
In teoria la emergenza finirebbe il 31 luglio 2020,con il decreto di
Maggio dovrebbe essere prorogata al 31 dicembre 2020 costringendo la
Pa a prendere atto della decisione assunta per riorganizzare servizi e
personale. Una considerazione va comunque fatta: lo stato di eccezione
rappresenta la sospensione del diritto sindacale e non solo quello.
Giuristi e sindacati non hanno ancora percepito la gravità della
situazione. I sindacati, cosi' arrendevoli nelle settimane di Marzo
quando andavano chiusi tutti i luoghi della produzione, potrebbero
accomodarsi alla tavola imbandita da Confindustria, Anci e Aran e
trovare l'ennesimo accordicchio al ribasso.
Forse a qualcuno è sfuggita la notizia della probabile svendita di
tanti immobili pubblici per reperire i fondi necessari agli
ammortizzatori sociali, non si vanno a prendere i soldi dove sono con
una Legge Patrimoniale, si dismette invece il patrimonio pubblico. E il
bonus per la mobilità sostenibile prevede piu' soldi di quelli destinati
all'emergenza abitativa e finirà nelle tasche dei redditi medio alti
che una bici elettrica potrebbero pagarla di tasca propria e senza
sovvenzioni statali.
Da questa situazione non se ne esce con nuove privatizzazioni ma con
la reinternalizzazione dei servizi e del personale oggi impegnato, con
la fine del subappalto, al contrario vediamo una uscita da destra che
porterà misure repressive, la contrazione degli spazi di democrazia nei
luoghi di lavoro(arrivano decine di procedimenti disciplinari a carico
degli infermieri che hanno denunciato la carenza o l'assenza dei
dispositivi di protezione individuale), svendite del patrimonio pubblico
e modalità smart nella organizzazione del lavoro che potrebbero
tramutarsi, a pandemia finita. nel cottimo 4.0
l'intervista integrale la trovi al seguente link
https://www.lotta-continua.it/index.php?option=com_easyblog&view=entry&id=625&Itemid=319
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