Spiagge Libere? I Comuni le attrezzino e le affidino a cooperative per consentire a tutti di andare al mare a prezzi simbolici.

Un pericolo all'orizzonte: la cancellazione delle spiagge Libere motivata dalla necessità di rispettare le normative anti contagio. Ad oggi le Regioni stanno predisponendo ordinanze che varranno per le spiagge attrezzate e in concessione, per alberghi e campeggi ma anche per gli arenili con accesso libero.

In anni lontani esistevano campeggi, centri estivi, addirittura bagni comunali, poi hanno deciso di vendere ai soggetti privati in nome della liberalizzazione. La conseguenza è che oggi gli arenili sono tutti privati e solo esigui spazi risultano di libero accesso.

Ma il rischio all'orizzonte è che le spiagge libere sfuggano ad ogni controllo  o siano soggette ad una insopportabile militarizzazione per far rispettare le regole e alla fine certe situazioni spingerebbero le famiglie a scegliere obbligatoriamente un Bagno, o lido, pagando una ventina di euro per affittare l'ombrellone a giornata.

Una alternativa esiste non sappiamo se sia supportata da volontà politica. Parliamo della possibilità che gli Enti locali concedano la gestione delle spiagge libere, a prezzi di favore, a cooperative sociali non prima di avere attrezzato le stesse adeguandole alle normative anti contagio. In questo modo risolveremmo ben tre problemi: i lavoratori sarebbero richiamati dagli ammortizzatori sociali ottenendo una retribuzione decisamente migliore, assicureremmo posti di lavoro per almeno tre mesi con contratti regolari, faremmo un investimento sociale a favore delle classi sociali meno abbienti, salvaguardaremmo il libero accesso al mare a prescindere dalla disponibilità economica dei singoli consentendo un accesso a costi simbolici e accessibili per tutti\e.




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