Smart: cosa succede?

Il Ministro della Pa parla di ampliare la platea del personale in smart working .

 Nonostante tutto, incluso un 'indagine che parlava di crollo del 30% della produttività causato dallo smart working, la Pa ha deciso di incrementare il lavoro agile giudicandolo strumento idoneo e alla fine economicamente conveniente. Si tratta solo di riorganizzare i servizi costruendo la mentalità giusta per il lavoro da remoto consapevoli di risparmiare sui costi puntando tutto sui progetti come la Legge sullo smart per altro prevede.

Stando al Politecnico di Milano, il 64% delle organizzazioni dice di voler ricorrere allo smart working giudicando questa nuova  (per l'Italia ma non per i paesi del Nord Europa) organizzazione del lavoro piu' consona al futuro dei servizi pubblici e privati. Se analizziamo meglio la situazione si coglie ancora confusione tra smart, lavoro da remoto e telelavoro, forse si sta affermando l'idea che un lavoratore da casa, isolato dai colleghi, possa lavorare su progetti e produrre di piu', all'occorrenza non sciopera e non protesta per i carichi di lavoro, annulla alla fine la tradizionale distinzione tra i tempi di vita e quelli necessari a produrre salario.

Prima del covid in Italia c'erano circa 500mila smart worker,  a inizio Maggio erano circa 8 milioni

 
Con queste premesse ha inizio una nuova fase nella quale l'organizzazione del lavoro subirà alcune trasformazioni tanto nel pubblico quanto nel privato, di sicuro avranno fatto i loro calcoli escludendo i costi degli infortuni (ad esempio quelli in itinere), i costi relativi alla pulizia e igienizzazione dei locali aziendali.
 
E nella occasione il Ministero sta pensando a un piano di investimento tecnologico perchè la rete internet in Italia è ancora inadeguata, stanno pensando di favorire l'acquisto di strumenti informatici attraverso incentivi e bonus che poi si tradurrebbe in commesse per le aziende produttrici ed erogatrici di tecnologia informatica. Chiedere poi alle aziende pubbliche e private lo smart vuol dire anche incrementare le attività digitali, i processi innovativi con altri effetti benefici su alcuni settori dell'economia.
 
Altro aspetto, tutto da capire, è legato alle dotazioni organiche, non è detto che con lo smart e i lavori a progetto non si vada verso una riduzione in termini numerici della forza lavoro. E visto che siamo a individuare le criticità, con i lavoratori in smart sarebbe rafforzato il sistema di controllo su ogni singolo dipendente, dilatati i tempi di connessione con gli smartphone aziendali
 
Lo smart potrebbe diventare una sorta di modello Toyota per i colletti bianchi, processi riorganizzativi che in apparenza sembrano rosei e favorevoli ma in sostanza incrementano lo sfruttamento , o l'autosfruttamento , della forza lavoro. Sarà assai difficile farlo capire ai diretti interessati che nelle settimane pandemiche hanno visto solo gli aspetti positivi dello smart (stare al sicuro lavorando da casa) e non riescono ad andare oltre guardando in profondità ai processi che investono l'organizzazione del lavoro. Sarà per questa ragione che i modelli agili sembrerebbero favorire la resilienza abituando i lavoratori ad adattarsi a processi decisionali e ai cambiamenti organizzativi e gestionali, una forza lavoro tanto discplinata quanto obbediente, prona ai dettami aziendali e alle strutture gerarchiche della organizzazione lavorativa che agli occhi dei piu' sembreranno quasi invisibili. 
 
Gli ultimi mesi e quelli prossimi fungeranno da laboratorio per i cambiamenti futuri delle modalità di lavoro, no si tratta di governare questi processi attraverso accordi nazionali ma di comprendere innanzitutto le ripercussioni che avranno sulla organizzazione del lavoro. La tecnologia non è mai neutra e dipende a quali fini viene indirizzata la ricerca e l'innovazione e di sicuro, in questo caso, non al benedessere dei lavoratori e delle lavoratrici per quanto si voglia far loro credere che lo smart, o remoto che sia, rappresenti una grande occasione da non perdere per migliorare la qualità della vita accrescendo i tempi dedicati alla propria persona e alla cura dei familiari

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