Pubblica amministrazione e smart working
Stanno arrivano i primi risultati dello smart working, censimenti relativi alla percentuale dei dipendenti pubblici impegnati con questa modalità lavorativa. E scopriamo che la situazione è alquanto variegata, alcune regioni del Sud hanno numeri veramente bassi, la media nazionale si attesta attorno al 73% stando ai dati del Dipartimento della
Funzione pubblica.
Proviamo allora a ragionare su alcuni punti
- A partire dall' anno 2015 sono stati stanziati circa 6 milioni di euro con l'obiettivo di far lavorare in smart almeno il 10 per cento della forza lavoro. Come sono stati spesi questi soldi e perchè a Gennaio 2020 la percentuale del personale della Pa in smart era ridotta a poche decine di unità? Qualcuno dovrebbe rispondere visto che da anni si parla di digitalizzazione e ammodernamento della Pubblica amministrazione salvo poi operare in direzione opposta.
- Sorvoliamo su quanto detto e scritto in merito alle criticità dello smart , resta il fatto che, nel centro e Nord Europa, cio' che l'Italia rappresenta un obiettivo è invece una realtà consolidata.
- lavorare in smart comporta la capacità di organizzare uffici e servizi per il raggiungimento di obiettivi e progetti, non con orari fissi e postazioni prestabilite, al contrario la Pa è apparsa del tutto ignara di come si opera in smart e ha preteso sistemi di controllo tipici di quando il personale è in servizio nei luoghi di lavoro. La Pa non era prepara allo smart e men che mai lo erano funzionari e dirigenti. Da qui ci sembra discutibile la circolare n 3 ddella Ministra per la Pubblica amministrazione Fabiana Dadone che parla di estendere lo smart
- Una indagine di PromoPa ha denunciato la perdita di produttività dei dipendenti in smart pari a circa il 30%, in altre nazioni la produttività è invece cresciuta al pari dei ritmi e dei tempi di lavoro nonchè sotto l'aspetto dei risultati ottenuti. Sarà allora colpa della PA Italiana e della sua classe dirigente?
- I problemi tecnici sono diventati insormontabili specie negli enti locali e il problema non sta nella perdita dei dati e nella pirateria informatica quanto nella incapacità di gestire i servizi in modalità smart considerando che la banda larga non è arrivata in intere aree del paese e ad oggi quasi la metà del personale ha problemi di connessione internet o i pc del lavoro non sono stati consegnati ai dipendenti come sarebbe stato logico
- Non sappiamo se i dati della indagine siano esaustivi, li prendiamo come buoni sapendo che i tanti, troppi, limiti riscontrati dallo Smart sono frutto della incapacità di riorganizzare e pensare i servizi pubblici, di regole che alla fine ostacolano il lavoro invece di favorirlo. E' in corso una lotta intestina alla Pa tra chi vorrebbe gestire uffici e servizi in termini capitalisticamente moderni e quindi utilizzare progetti e modalità smart e quanti invece sono ancorati a vecchie logiche verticistiche nelle quali predominano i ruoli apicali e con essi anche innumerevoli ostacoli burocratici
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