Gerusalemme capitale di Israele? Non si tratta solo di una svista Tv

Una questione che ci tocca da vicino sia per questioni legate al rispetto del diritto internazionale e a quello di aurodeterminazione dei popoli sia come docenti di geografia, avendo riscontrato nel corso degli anni come i libri di testo abbiano iniziato a riportare  Gerusalemme capitale di Israele e i "Territori Palestinesi occupati" come Territori contesi, come è il caso dei testi della De Agostini.

     Invitiamo a far sentire la propria voce in merito inviando la presente mail agli indirizzi sotto riportati anche in considerazione del nostro diritto ad avere materiali didattici privi di visioni politiche di parte e gli studenti ad acquisire testi che riportino informazioni  oggettive e corrette.

                                                                                                      Il coordinamento del Giga



Gentile Redazione,

ho avuto modo di leggere la risposta del Direttore di Rai 1 all'ambasciatore di Palestina, che ritengo però insufficiente. 

Espressamente nella frase che qui riporto:"Tuttavia teniamo a precisare che il nostro format è un gioco a quiz e le domande si basano su una consultazione di fonti autorevoli e accreditate in campo enciclopedico."  

E allora ci si chiede quali siano le "fonti autorevoli e accreditate" adottate dalla redazione del programma, poiché è la risoluzione n.181 del 29/11/1947 della Assemblea generale dell’ONU prevedeva uno stato arabo e uno stato ebraico indipendenti e un Regime internazionale speciale per la città di Gerusalemme. Ma la continua colonizzazione illegale del territorio palestinese da parte di Israele, inclusa la parte palestinese di Gerusalemme (EST) ha reso impossibile la costituzione di uno Stato Palestinese.

Se si ritiene l'ONU una fonte "autorevole ed accreditata" bisognerebbe sapere che il Consiglio di sicurezza dell’ONU il 27/12/2016 ha ribadito che Israele è una potenza occupante e ha condannato l’espansione delle colonie, incluse quelle di Gerusalemme est. 

La dichiarazione di Gerusalemme quale capitale di Israele è avvenuta in modo del tutto unilaterale, attraverso la "basic law" del 1980, legge già dichiarata nulla ed inefficace da ben due risoluzioni ONU, la n. 476 e n.478 del 1980. La decisione di Trump di trasferire a Gerusalemme l'ambasciata statunitense è priva dunque di valore giuridico, ed ha solo una valenza politica di appoggio alla politica di occupazione israeliana. Infatti solo pochi stati hanno trasferito le loro ambasciate, mentre la maggior parte, inclusa l'Italia, hanno continuato a mantenere le ambasciate a Tel Aviv, capitale di Israele. 

 

Il fatto che molti libri di testo delle nostre scuole riportino Gerusalemme come capitale di Israele è purtroppo un ulteriore errore, con ogni probabilità dettato dalla sempre maggiore influenza di Israele finalizzata ad orientare l'opinione pubblica italiana. 

 

La risposta della concorrente nella trasmissione del 21 maggio è pertanto esatta secondo l’ONU e il Diritto Internazionale. Non si tratta di "interpretare sensibilità diverse", ma di informare correttamente il pubblico.

 

Per una necessità di onestà intellettuale e di giustizia (non tanto nei confronti della concorrente quanto del popolo palestinese che subisce da più di mezzo secolo una occupazione violenta che nega i diritti sia civili che umani) gradirei che la RAI, in quanto servizio pubblico, ammettesse pubblicamente l'errore in cui è incorsa, ristabilendo una verità giuridica che non consente interpretazioni. 

 

Certa di un vostro riscontro invio distinti saluti "


Per chi non l'avesse vista questa è la lettera di risposta all'ambasciatrice Palestina dalla Rai:

 

Buonasera gentile Ambasciatore Abeer Odeh, scusandomi personalmente per

quanto accaduto durante la puntata del 21 maggio de L'Eredita', le

trasmetto quanto mi scrive a riguardo la redazione del programma.

Buona serata

Stefano Coletta

 

Inviato da smartphone Samsung Galaxy.

 

Gentile Ambasciatore,

accogliendo con doverosa attenzione i rilievi sollevati, ci preme

sottolineare che non era nostra intenzione offendere le opinioni e la

sensibilità dello Stato di Palestina in riferimento alla questione

suscitata dalla domanda del quiz. Comprendiamo quanto questo aspetto

rappresenti un passaggio delicato che riguarda il contesto

internazionale in un punto cruciale della  vicenda mediorientale.

Tuttavia teniamo a precisare che il nostro format è un gioco a quiz e

le domande si basano su una consultazione di fonti autorevoli e

accreditate in campo enciclopedico. Ci rendiamo conto che ciò abbia

potuto ingenerare reazioni che interpretano sensibilità diverse ma la

dimensione divulgativa del nostro game non intende entrare nella

complessità di un contesto per il quale esprimiamo il massimo rispetto.

In questo senso ci riserviamo in una delle prossime puntate di segnalare

le vostre osservazioni nel segno di una attenzione che il servizio

pubblico radiotelevisivo garantisce a tutte le voci e le posizioni.

 

Stefano Coletta

Direttore

Rai 1

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