Contratti a tempo determinato: come costruire un argine?

I contratti a termine sono sempre piu' diffusi, la propaganda sul jobs act è servita solo a diffondere una cortina di fumo attorno alla realtà dei fatti, ossia che i contratti indeterminati crescono solo se e quando le imprese vengono esentate dal pagamento di tasse o incentivate economicamente. Ma una volta venuti meno i finanziamenti  statali a fondo perduto, tornano a diffondersi solo i contratti precari. Basterebbe questa semplice considerazione per cancellare il jobs act che serve solo ad imporre la supremazia delle imprese sui lavoratori.
Intanto continua ad animarsi il dibattito sui contratti a termine , è una discussione periodica ogni volta che escono statistiche, studi e dati ufficiali. Quanti sono i lavoratori che passano da un tempo determinato all'indeterminato? Quanto tempo, tra proroghe e nuovi contratti con tipologie diverse, si resta invischiati nella precarietà?

L’Italia è il paese dove piu' numerosi, e lunghi, risultano i contratti a termine, parliamo del numero dei contratti ma anche della loro effettiva durata, succedeva prima senza il Jobs act, accade ancora oggi nell'epoca del Jobs act.

Il Governo non puo' ignorare a lungo il problema legato ai ridotti numeri dei contratti a tempo indeterminato, bisognerà intervenire su tutti i fronti a partire dalle proroghe (sono decisamente troppe) e dai costi effettivi sostenuti dalle imprese per i contratti. Eppure le soluzioni potrebbero essere innumerevoli, dalla riduzione delle proroghe, alla limitazione della durata dei contratti a tempo, dalla riduzione della quota di personale che in una azienda puo' essere assunto con contratti precari, regole ben determinate ed escludendo in partenza il sistema delle deroghe che ormai aggira ogni forma di regolamentazione. In Europa un contratto  a termine dura al massimo 24 mesi (e non 36) con 3 deroghe al massimo rispetto alle 5 italiane. 
Poi ci sono altre scappatoie come il passaggio da contratti a tempo determinato all'interinale, dai nuovi contratti con mansioni diverse una volta finiti i 36 mesi contrattuali
Alla luce di queste considerazioni possiamo asserire, senza timore di smentita, che non solo il jobs act ma tutta la normativa emanata dagli ultimi governi in materia di lavoro e previdenza era finalizzata ad accrescere la precarietà, ad aumentare l'età lavorativa, a consentire alle imprese un variegato sistema di scappatoie.
Da qui urge ripartire per le necessarie correzioni, sempre che anche il nuovo esecutivo non voglia anteporre gli interessi padronali a quelli dei lavoratori. E' solo questione di pochi mesi, anzi settimane, poi lo capiranno tutti\e

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