Cgil Cisl Uil e Confindustria: tutti insieme appassionatamente

Lavoro, Europa e investimenti, sembrano argomenti sui quali associazioni datoriali e sindacali la pensano allo stesso modo. Sullo sfondo, l'approvazione del Patto della fabbrica ora si tratta di affrontare alcuni argomenti come welfare, salario, contrattazione, e soprattutto rappresentanza dal monopolio della quale dipende il potere della triplice.  Il Governo ha tutto l'interesse a trovare convergenze e alleanze con le parti sociali dopo le frizioni sulla Tav e sullo sviluppo.
Ma l'elemento dirimente di questo teatrino vergognoso è proprio il taglio al cuneo fiscale sul quale sono concordi padroni e triplice. Ma i soldi derivanti dal taglio dove saranno presi? Altra domanda dirimente visto e considerato che si parla dell'ennesima spending review e di uno straordinario piano di alienazioni immobiliari, centinaia di immobili di proprietà di Stato e Comuni che saranno messe in vendita per fare cassa.

Ma possibile che un gli interessi di un padrone e di un operaio siano gli stessi? Basta il taglio delle tasse per rilanciare il lavoro? Quando si parla di rilancio degli investimenti , si parla di Tav e di grandi opere, allora è forse questa la idea di sviluppo del sindacato? La risposta è ovviamente affermativa, si dice ormai tutto e il contrario di tutto, chi era contro la Tav oggi è favorevole, chi invocava la chiusura dell'Ilva oggi dimentica la strage di innoventi a Taranto, chi minacciava di bloccare il Meridione contro il gasdotto oggi ne celebra l'accordo.

Un teatrino all'insegna della incoerenza a celare ben altri contenuti ossia un accordo sulla contrattazione che dia per i prossimi anni certezza assoluta sul monopolio della rappresentanza, qualche sgravo fiscale in cambio di una riforma che favorirà proprio i redditi piu' alti ponendo fine al principio della gradualità.  E sempre in nome della legge sulla rappresentanza silenzio assenso su tav, tap, riforma fiscale, alienazioni e privatizzazioni, insomma un nuovo grande compromesso sindacale e sociale all'orizzonte che farà dormire sonni tranquilli al Governo Conte, la cui eventuale crisi sarà determinata da contrasti interni, non certo dall'opposizione dei sindacati complici.

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