Anche il Governo prende atto dei ritardi nella attuazione del PNRR

 Anche il Governo prende atto dei ritardi nella attuazione del PNRR

 

Qualcosa non torna nella attuazione dei progetti del Pnrr se il Governo accellera verso una revisione tecnica del Piano da completare entro l'anno 
Aggiustamenti non formali ma strutturali come avvenne mesi fa dirottando 11 miliardi verso il programma Repower EU,e tenuto conto che i fondi per Transizione 5.0, hanno visto una scarsa adesione da parte delle imprese che tuttavia é il livello di adesione delle imprese, che beneficiano di crediti d’imposta legati alla transizione energetica.
Anche il Ministero delle Infrastrutture verrà investito dai progetti di revisione e alcune tratte saranno giudicate prioritarie a discapito di altre rivedendo il piano fino ad oggi adottato
Sono a rischio altri progetti come la creazione di nuovi posti letto per gli studenti universitari dentro una profonda trasformazione del diritto di studio che si potrà tradurre in una sorta di azienda gestrice delle residenze magari a discapito di tanti altri servizi che dovrebbero rientrare nel diritto allo studio
 
Intanto il Governo sta pensando ad alcune proroghe selettive visti i ritardi accumulati in questi mesi nella realizzazione dei Piani
 
Leggiamo testualmente da Lentepubblica https://lentepubblica.it/contabilita-bilancio-tasse-tributi/governo-modifica-ancora-pnrr/
 
Il dialogo continuo e costante con la Commissione Europea ha caratterizzato fin dall’inizio il percorso di attuazione del PNRR, inclusa la verifica degli obiettivi e dei traguardi legati alle singole rate. Questo metodo di lavoro ha consentito l’identificazione tempestiva delle criticità derivanti da circostanze oggettive e imprevedibili, in conformità con le normative europee, e la definizione di soluzioni condivise.......
Sebbene siano emerse critiche sui ritardi nell’attuazione del Piano, è importante sottolineare che la Commissione Europea ha finora considerato raggiunti tutti gli obiettivi e i traguardi dichiarati dall’Italia, come dimostra l’erogazione dei fondi in corrispondenza delle rate richieste. Recentemente, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, in occasione dell’audizione sul piano di bilancio strutturale 2025-2029, ha evidenziato che attualmente circa 160.000 progetti di opere pubbliche del PNRR, per un valore complessivo di 105,7 miliardi di euro, sono in fase di esecuzione. Le proposte di revisione del PNRR approvate finora hanno permesso di correggere errori materiali e di apportare modifiche fisiologiche alla luce delle circostanze oggettive e imprevedibili, mantenendo l’Italia in testa in Europa per numero di obiettivi raggiunti, rate richieste e importo complessivo ricevuto. Eventuali ulteriori proposte di aggiustamento saranno definite con le amministrazioni responsabili e concordate con la Commissione Europea, per garantire la piena realizzazione degli investimenti pianificati nel rispetto delle scadenze e delle condizionalità stabilite.
La conclusione di tali attività sarebbe dovuta avvenire entro 90 giorni dalla conversione del decreto. Tuttavia, dopo 187 giorni i dati sulle singole spese di progetto non sono ancora stati pubblicati, risultando quindi evidente un ritardo nei tempi di monitoraggio. Infatti, la l. n. 143 del 7 ottobre 2024 (di conversione del decreto “Omnibus”) permette alle amministrazioni responsabili di erogare fino al 90% dei fondi entro 30 giorni dalla richiesta dei soggetti attuatori, rimandando i controlli documentali a un momento successivo: “al più tardi, in sede di erogazione del saldo finale dell’intervento”.
 
Il Governo ha attribuito la carenza di dati ai ritardi degli enti attuatori nella rendicontazione delle spese, provocando una sottostima dell’avanzamento reale. Tuttavia, la Struttura di missione del PNRR non ha ancora pubblicato sul sito i cronoprogrammi, inclusi quelli per cui sono stati esercitati i poteri sostitutivi previsti dal decreto-legge “PNRR quater”.
 
La scarsità di dati fa temere che molti investimenti potrebbero subire ritardi significativi, con la possibilità di compromettere parte dei fondi assegnati all’Italia. Nel frattempo, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha stanziato ulteriori 350 milioni di euro, nell’ambito di un fondo di 2 miliardi (Missione 1, Componente 2, Investimento 7 del PNRR), per favorire investimenti in efficienza energetica e sostenibilità dei processi produttivi.

Si evidenzia

  1. la tendenza a continue revisioni del PNRR
  2. la fragilità nella progettazione e nel coordinamento delle varie attività necessarie.
  3. Le difficoltà di parte degli enti locali
  4. la difficoltà a chiedere proroghe a Bruxelles che metterebbero in cattiva luce la già offuscata immagine del Governo
  5. la assenza di trasparenza derivante anche dal mancato aggiornamento dei dati sulle spese a conferma delle difficoltà crescenti nelle rendicontazioni.

Ogni ulteriore conclusione è demandata al lettore

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