Come ti privatizzo i servizi sportivi comunali


A seguire la amara riflessione di quanto sta accadendo al comune di Pisa.

Una riflessione che mostra come la strada delle privatizzazioni parta dai mancati investimenti, dalla non sostituzione del personale mancante e dalla trasformazione di un bene comune in strumento di utili


Da anni il comune non investe nei servizi sportivi, non lo fa assumendo personale e potenziando le strutture esistenti.

In pochi anni molti impianti un tempo a gestione comunale sono passati alle società sportive, ad oggi restano solo 4 strutture (Campo scuola, palestra di Oratoio, Campo Abetone, Palazzetto dello Sport) delle quali una, il Palazzetto, non a norma per alcune delle attività sportive che dovrebbe ospitare e destinato a mesi di chiusura per lavori urgenti.


La situazione non è nuova ma la Giunta ha lasciato che i problemi si acuissero, non ha sostituito il personale andato negli anni in pensione (anche quando sarebbe stato possibile per l’assenza di vincoli al turn over) o trasferito, le sole figure arrivate sono amministrativi ma non esecutori con mansioni di custodia.

E così, con il prossimo pensionamento di due custodi e i problemi di salute  di un terzo, la sola strada percorribile diventa quella di esternalizzare la custodia di due strutture alla ditta che attualmente gestisce le pulizie comunali.
Pisa città dello sport ha dimenticato per anni di salvaguardare il proprio patrimonio sportivo e cosi’ ha affidato all’esterno la custodia di due impianti annunciando, con atto di Giunta, un global service che includa portierato e pulizia del Palazzetto e dell’Abetone, quest’ultimo da anni senza custode. 

Sarebbero possibili altre soluzioni?

Sicuramente sì, a partire da un maggiore investimento nella manutenzione delle strutture consentendone l’utilizzo alle scuole oltre alle società sportive con un progetto comunale che permetta alle scuole di beneficiare delle strutture comunali
Con i lavori previsti il Palazzetto dovrebbe tornare ad aumentare la capienza di personale ospitando maggiori eventi sportivi, il che necessiterebbe di almeno 3 unità di personale che l’Amministrazione non ha voluto cercare con la mobilità interna da altri uffici o inserendo questi fabbisogni nel piano del personale che , guarda caso, non prevede una sola assunzione per i ruoli esecutivi.

La gestione del palazzetto assumendo 3 nuove unità di personale avrebbe un costo annuo inferiore a 80 mila euro l’anno (straordinari inclusi) ai quali aggiungere il costo delle pulizie che oscilla attorno a 22 mila euro. Per la gestione del Palazzetto occorrono quindi 100 mila euro annui, una cifra che potrebbe essere  ammortizzata in parte da un pieno utilizzo della struttura rinviato per anni dai mancati lavori di manutenzione.
Se il Comune non investe nelle proprie strutture è facile poi dimostrare che hanno un costo elevato ma non farle fruttare è una scelta politica.

I conti fatti dalla direzione patrimonio e sport, per favorire la gestione esterna, meritano poi attenzione, infatti si applica un contratto piu’ sfavorevole (il multiservizi) si riduce il numero del personale (da 3 a due unità che avranno anche mansioni di pulizia) e si escludono dal calcolo i mesi di luglio e di agosto nei quali presumibilmente questa forza lavoro non verrà pagata.

In questo modo la gestione esternalizzata risulta conveniente, riducendo i servizi solo ad eventi e alle attività delle società sportive paganti un canone di locazione, abbattendo il costo della forza lavoro che sarà retribuita almeno il 30% in meno del personale comunale e dovrà svolgere anche i servizi di pulizia (come sarà possibile nello stesso orario la custodia e la pulizia?) e rinunciando a tenere aperta la struttura per tutta una serie di eventi legati alla scuole (a titolo gratuito).

A cose fatte i sindacati vengono avvertiti quando ormai la decisione è stata assunta senza per altro coinvolgere il personale.
A noi non resta che denunciare all’opinione pubblica l’intera operazione. Prima si depotenziano i servizi, non si investe nella manutenzione e nel personale, si lasciano per anni senza interventi strutturali e poi si favoriscono processi di privatizzazione basati su bassi salari. Questa è la città dello sport.

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