La mappa delle priorità? Le grandi opere

35 miliardi dovranno trovare per completare opere infrastrutturali ritenute strategiche, 35 miliardi in piu' di quanto già avevano previsto di stanziare. Tutto sarà presente nel prossimo Def e darà seguito a Dpcm singoli. Non mancheranno interventi in project financing

Sarebbe bene chiarirci fin da ora su cosa siano queste opere infrastrutturali prioritarie per il paese, esiste già un corposo elenco di 119 interventi (46 opere e 73 programmi "diffusi" dei quali 50 destinati alle città. Sappiamo che nell'elenco ci saranno interventi per ferrovie, strade, porti e interporti, aeroporti, ciclovie.

E' quindi oro tutto cio' che luccica? Pensiamo di no, del resto la messa in sicurezza del territorio, di strade e fiumi, delle aree di montagna, il recupero delle aree dismesse e sovente da bonificare, dovrebbero rappresentare le priorità del paese. Ma invece?

Si azzerano alcuni interventi precedentemente previsti come la e45 Orte Ravenna, stop all’Autostrada tirrenica Livorno-Civitavecchia e stop alla Alta velocità Salerno-Reggio Calabria

Allo stesso temo non in passo indietro sulla Tav, la opera piu' contestata dalle popolazioni, va quindi avanti la Torino-Lione, diventa prioritaria l’Alta velocità Milano-Venezia e Napoli-Bari e una serie di corridoi ferroviari quali il Brennero, la Venezia-Trieste.....

La lista è sicuramente lunga, prevede anche ciclovie interessanti nelle regioni del Sud ma ci piacerebbe capire quali saranno le priorità per il Governo. Da una prima occhiata sembra di vedere qualche ripensamento ma in sostanza ancora una volta grandi e inutili opere e non la messa in sicurezza del territorio, alcuni snodi ferroviari quando nel Sud si continua a viaggiare su un binario unico, quando si sopprimono linee di pendolari in nome della economicità, quando al posto della manutenzione ordinaria e straordinaria di porzioni del territorio si prevede ulteriore cemento.


Sarà quindi il caso di aprire un confronto su questa mappa delle priorità perché i nostri soldi siano spesi per la salvaguardia del territorio e non per compiacere chi sulle grandi opere lucra e dalle stesse trae visibilità mediatica e sostegni politici anche contro la volontà popolare.

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