I generali Usa e l' "ostaggio" Trump

Donald Trump viene visto alla stessa stregua di Berlusconi, ci si sofferma sulle stravaganze, le belle compagnie femminili rigorosamente con tacco 12 e griffatissime da capo a piedi ma in pochi si sono andati alla sostanza, tra i pochi Domenico Moro e Giulietto Chiesa.

Quanto è accaduto nelle ultime settimane alla Casa Bianca dovrebbe impensierire ogni democratico, eppure si continua a far finta di niente.

In una posizione di forza oggi sono proprio i vertici militari e l'apparato industriale bellico, gli interessi dei petrolieri e delle multinazionali, sono loro a lanciare un monito alla Russia e alla Cina per riprendersi il pieno controllo sui corridoi commerciali, sulle vie energetiche e sui paesi guida.

I nomi non ci diranno molto, ma bisogna cominciare a fraternizzare con alcuni nomi quali Jim Mattis, Rex Tillerson, John Kelly , militari o ben visti, come Tillerson, dagli ambienti piu' conservatori e guerrafondai

Le dimissioni di Bannon dal consiglio nazionale della sicurezza Usa hanno determinato un deciso cambio di rotta della politica estera e ora a farla da padroni sono proprio gli ambienti militari che non a caso da tempo invocavano il conflitto armato in chiave anti Russa .

Dentro la Casa Bianca si è consumato da fine 2016 ad oggi un aspro confronto\scontro tra le varie anime repubblicane e alla fine sono i settori militari\sti piu' inclini ad interventi militari e ai tagli alla spesa sociale ad avere preso il sopravvento.

Inutile dire che le prossime mosse saranno il sostegno alla Ucraina e l'apertura di ostilità contro la Cina e la Corea del Nord. E anche in questo caso non mancheranno "ragioni umanitarie" per scatenare attacchi militari

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